Italia
Le profezie di La Pira
Non era neanche un uomo lontano dalla vita: Il suo spirito profetico ha spiegato uno dei testimoni’ invitati al convegno, Ettore Bernabei, oggi presidente della Lux Vide era dovuto alle sue letture e alle sue riflessioni, ma anche alla sua capacità di operare nelle realtà umane. In questo senso fu molto fecondo il suo rapporto con Amintore Fanfani, che gli era molto legato nonostante avesse una diversa concezione della politica. Il rapporto intenso che ci fu tra La Pira e Fanfani è testimoniato dalle oltre 900 lettere che i due si sono scambiati e che la Fondazione La Pira ha raccolto. Tra qualche settimana questo epistolario, accompagnato da alcuni saggi di commento, vedrà la pubblicazione in un volume.
Uno dei più gravi torti che potremmo fare a La Pira sarebbe quello di imbalsamarlo in un santino, ha avvertito Mario Primicerio che fu uno dei più stretti collaboratori di La Pira e ora presiede la Fondazione a lui intitolata. Primicerio ha invitato a riflettere su questa figura come su un uomo scomodo, che ci interpella anche oggi, continuamente. Intanto la causa di beatificazione è aperta presso il tribunale ecclesiastico regionale fin dal 1986 ma stenta ad andare avanti, ha ricordato il postulatore, Vittorio Peri, nonostante gli ultimi quattro pontefici abbiano rilanciato la visione di La Pira come una vera e propria teologia della storia.
Per La Pira, ha spiegato Peri, la politica era il luogo teologico dove vivere la propria spiritualità laica. Ma, ha lamentato il postulatore, molte domande sulla sua visione politica complessiva sono rimaste senza risposta poiché troppo spesso questa figura è stata presentata in maniera sfocata da una certa memorialistrica intimista o provinciale che non ha saputo dare adeguatamente spazio all’attività politica internazionale di La Pira. Non c’è termine che ricorra più spesso nei suo scritti dal ’60 al ’77 dell’aggettivo globale e questo è un segno dell’attualità del suo pensiero, ha notato Peri.
Ma non si può comprendere La Pira senza fare riferimento anche alla sua teologia della città, ha osservato il teologo Giordano Frosini: La Pira è stato il teologo, il filosofo, il poeta della città, intesa come domicilio organico della persona. Gli Stati passano e mutano, ripeteva sempre, ma le città restano. A questa convinzione è legato anche l’impegno a conservare la città, che La Pira avvertiva come un dovere inderogabile, ha ricordato un altro testimone di quegli anni, il giornalista Vittorio Citterich. Ci ha insegnato ha detto Citterich il concetto che la città non è nostra ma ci è stata consegnata dalle generazioni passate per riconsegnarla alle generazioni future. Questa idea di città è strettamente legata alla nozione della persona: In La Pira ha concluso Frosini tutto parte dalla persona, tutto arriva alla persona, tutto passa attraverso la persona e il rapporto tra città e persona è di immediata evidenza.