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Cattolici nel sociale, al via il Collegamento

di Mauro BanchiniIl «collegamento» è dunque partito. In sordina, senza proclami ma con un buon livello di contenuto e con speranze di prospettiva. La «creatura» di mons. Gastone Simoni – quel Collegamento Sociale Cristiano che vuole rappresentare un’area di confronto sereno e serio fra i cattolici impegnati nel sociale e nella politica in un contesto comunque complesso – è entrata in mare aperto. L’incontro inaugurale, ospitato sabato scorso a Firenze presso una sede dell’Ente Cassa di Risparmio, ha visto una buona presenza di partecipanti vincendo le alternative di un sabato pomeriggio ormai pre-natalizio. Ivo Butini, Franco Cardini, Pierantonio Graziani hanno animato un confronto ricco di contenuti, suggestioni e anche di qualche diversità. Ma queste ultime – ha notato Alberto Migone – sono state manifestate e recepite senza quelle sfumature di «disprezzo» o «rancore» troppo spesso presenti nel confronto politico fra cattolici italiani dei diversi schieramenti.

«Collegamento Sociale Cristiano» nasce anche per questo. E non c’è bisogno di fretta, ha notato Gastone Simoni facendo appello ad altri tipi di virtù (pazienza, preghiera, fraternità, cultura) e invitando a proseguire questo tipo di confronti proprio nelle sedi più difficili, cioè quelle locali.

Era stato il vescovo di Prato a introdurre con una sintesi della «Centesimus Annus», enciclica sociale di papa Wojtyla che dimostra come «i valori comuni vengono assai prima delle scelte divaricanti». Simoni è stato attento a collocare bene alcuni paletti precisando che il CSC non opera per rifare chissà quale unità partitica ma ritiene comunque dannosa quella «scomposta frammentazione delle file» e quella «diaspora a tutti i costi» che tanto spesso è stata sperimentata. A preoccupare non è un sano pluralismo di schieramenti ma quella insignificanza che deriva da una inaccettabile perdita di valori.

Nulla meglio della «Centesimus Annus» per ricordare la dottrina sociale cristiana: quell’umanesimo integrale di cui, nell’era di una globalizzazione spesso disumana, c’è così forte bisogno.

Butini, Cardini, Graziani hanno fatto bene la loro parte. Con serietà hanno fornito letture complementari. Non sono mancati punti di frizione (in particolare sull’egemonia degli USA e sul ruolo dell’Europa); fra Cardini e Graziani c’è stata certo più sintonia, su determinate frontiere, che non con Butini; il «cosa fare» davanti ai rischi della globalizzazione presenta risposte certo diversificate fra anime così diverse. Ma bisogna aggiungere che tutti hanno finito per convenire su un dato: l’apporto della dottrina sociale cristiana per contrastare lo «smarrimento» odierno può risultare fondamentale.

Lo ha detto Butini con il suo invito a «trovare unità di linguaggio per contrastare il relativismo etico». Lo ha detto Cardini ironizzando con amarezza sul nome («sviluppo»?) dato alla china attuale per la quale tutti noi siamo «chiamati a consumare per produrre». Lo ha detto Graziani invitando i laici a recuperare quella passione per l’impegno politico oggi troppo spesso assente.Punto delicato: partendo dalle realtà più legate alla concretezza del territorio – le parrocchie – c’è o non c’è nella Chiesa di oggi la disponibilità a comprendere quanto importante sia raccogliere le suggestioni di un collegamento fra i cattolici italiani? Oppure si continua a pensare che la politica sia cosa troppo «brutta» per poter obbligare i laici a sporcarsi le mani? O che la politica possano farla, al posto dei laici e senza la loro mediazione, le gerarchie?

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Cristiani in politica, debutta il Collegamento

Un invito ai cattolici italiani per mettersi «in rete»