Italia
Europa, i confini si allargano
L’allargamento verso Est e verso Sud dell’Unione, fissato al 1° maggio 2004, è il punto di arrivo di un lungimirante processo di estensione «politica» della comunità, che va ad affiancarsi al più rapido cammino di unificazione economica e monetaria. Affinché la politica rimanga ora al volante dell’Ue, è necessario affrontare alcuni passaggi fondamentali, senza trascurare gli ostacoli che si frappongono sulla strada. Infatti le decisioni assunte a Copenaghen devono essere ratificate a livello nazionale, dai cittadini e dai Parlamenti, per poi tornare in sede europea. Risultano inoltre in sospeso alcuni nodi da sciogliere riguardanti i Paesi che intendono entrare nel consesso europeo: si pensi alla questione turca, alla divisione interna dell’isola di Cipro, alla situazione di altri Stati candidati quali Bulgaria e Romania. Ma, soprattutto, occorre riconoscere che il semplice «lievitare» dei confini non è sufficiente a dare futuro all’Europa. Al processo «quantitativo» deve accostarsi un adeguato sforzo «qualitativo», che tenda a «dare un’anima» alla nuova Unione.
In proposito si possono segnalare alcune questioni prioritarie. In primo luogo servono, con urgenza, riforme istituzionali che permettano a una Unione a 25 di funzionare sul piano legislativo e di governo, con i dovuti bilanciamenti di poteri fra le istituzioni comunitarie e fra l’Unione e i singoli Stati membri.
Sarà poi necessario secondo punto affrontare i problemi concreti riguardanti la ristrutturazione della politica agricola, la ripartizione dei fondi per le infrastrutture e il sostegno alle regioni meno sviluppate. Ciò significa che i 15 Stati sinora aderenti all’Ue dovranno rinunciare a soldi e a benefici, a vantaggio dei nuovi arrivati. Qualche sostegno in meno, ad esempio, alle agricolture nazionali sviluppatesi in un sistema protetto e foraggiate da Bruxelles, farà solo bene alla crescita competitiva di tali settori, a tutto vantaggio dei consumatori.
Terzo, il gigante europeo ha sempre più bisogno di verificare, aggiornare, arricchire il patrimonio di valori e gli obiettivi di fondo che ne costituiscono l’identità più profonda. Su questo versante sta lavorando la Convenzione, presieduta da Valery Giscard d’Estaing, che dovrà definire, entro il prossimo giugno, un documento-guida per la stesura della futura Costituzione dell’Ue.