Italia
Epilessia, un malattia ancora poco conosciuta
È polemico, Ristori, che da anni si batte perché l’epilessia sia considerata una malattia come le altre senza pregiudizi discriminazioni. Oggi l’Aice Toscana è impegnata in una campagna a favore della popolazione del Mali, dove c’è un’alta concentrazione di persone affette da epilessia, ma i farmaci per curare questa patologia non esistono, ancora ci si rivolge agli stregoni. «Abbiamo abbracciato questo progetto spiega Ristori con la Diocesi ed il Comune di Prato, abbiamo già inviato i farmaci ed un apparecchio per fare l’elettroencefalogramma».
Anna Maria Bertoni, neuropsichiatra infantile alla ASL 10 zona Mugello, ci spiega cosa è cambiato in questi anni riguardo alla malattia. «Si sono fatti molti passi avanti osserva nei confronti dei malati di epilessia, ci sono meno pregiudizi, anche se non sono spariti del tutto. Gli insegnanti sono più attenti, non hanno un atteggiamento discriminante nei confronti del bambino epilettico, vogliono solo essere informati sulla terapia, perché hanno paura di sbagliare le dosi. Del resto oggi il bambino epilettico fa sport e con i dovuti accorgimenti può vivere una vita completamente normale. Per questo motivo è importante l’accoglienza giusta nei suoi confronti».
Cosa deve fare un genitore con un figlio epilettico? «Un genitore che si accorge di avere un bambino con problemi di tipo epilettico risponde la neuropsichiatra deve rivolgersi subito ad uno specialista per la prevenzione e la cura della malattia. Bisogna che eviti, comunque, l’iperprotezionismo che farebbe sentire il bambino, da subito, un diverso. Un consiglio per le famiglie è di dare autonomia e responsabilità al figlio epilettico e fargli fare attività, perché il movimento permette il non insorgere delle crisi. I genitori non devono aver paura dell’epilessia e devono considerarla per com’è una malattia cronica come le altre, dalla quale, spesso, si può guarire».
L’epilessia, è stata considerata nel 1965, «malattia sociale», questo riconoscimento ha permesso il finanziamento di Centri per l’epilessia e l’attribuzione di fondi per l’effettuazione di ricerche riguardanti aspetti medici e psico sociali della patologia. L’associazione riunisce e tutela i malati di epilessia e le loro famiglie.
Tra le sue principali finalità, il ruolo più importante e rappresentato dalla lotta alla disinformazione e al pregiudizio e dallo stimolo esercitato nei confronti dei pubblici poteri per modificare leggi e disposizioni inique e per istituire e potenziare le strutture sanitarie pubbliche ai fini di una migliore assistenza. La spinta nei confronti dei pubblici poteri ha portato la modifica di leggi riguardanti la riforma del servizio militare (1977). La concessione della patente di guida a chi non presenti crisi da almeno due anni(1988).
La nascita del CRE (la rete regionale di centri per la cura dell’epilessia, dotati di finanziamenti, personale medico, e paramedico, attrezzature strettamente deputate alla diagnostica e alla terapia dell’epilessia(1986). La sede toscana dell’Aice è a Prato (via Montalese 339, tel. 0574/720201)