Italia
Così Nissim, i preti e Bartali salvarono 800 ebrei
Nissim (nella foto), tra il 1943 e il 1944, costruì una rete clandestina tra Genova e Firenze salvando dalla deportazione almeno 800 ebrei grazie anche alla collaborazione di Gino Bartali, che nel corso di finti allenamenti in bicicletta portava il materiale per stampare carte di identità false.
Alla cerimonia per la consegna del «Gonfalone d’oro» alla memoria dello «Schindler» toscano, presente l’arcivescovo di Pisa e presidente della Conferenza episcopale toscana, Alessandro Plotti, è intervenuta anche Paolina Meyer, 90 anni, una delle donne salvate da Nissim e che ora vive a Gerusalemme. Paolina era al confino assieme al marito medico e ad altri 70 ebrei a Castelnuovo Garfagnana. Giorgio Nissim l’avvisò per tempo che sarebbero stati deportai e riuscì ad organizzare la fuga. «Purtroppo ricorda la donna io e mio marito fummo gli unici a credere all’avvertimento di Nissim. Gli altri ebrei di Castelnuovo non gli credettero e non li ho più visti».