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Terra Santa: Twal, «Difendere palestinesi non significa essere contro Israele»

«Difendere i palestinesi non significa essere contro Israele»: lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, a Shaun A. Casey, capo dell'«Ufficio delle iniziative confessionali comunitarie» del Dipartimento di Stato Americano, istituito dal Segretario di Stato Usa, John Kerry, con la missione di rinnovare e rafforzare il ruolo delle comunità religiose nella politica estera degli Stati Uniti.

In un incontro svoltosi a Gerusalemme, il 17 febbraio, ma la notizia è stata resa nota oggi dal Patriarcato, Twal ha esortato a «operare con coraggio per una pace autentica e duratura per entrambe le parti. Una pace che non sarebbe visibile solamente da una parte, ma reciproca. Una pace che vale ben qualche sacrificio». Per poi aggiungere che «non possiamo pretendere di trovare una soluzione senza tener conto della dimensione spirituale di questa terra. Si tratta di una Terra Santa, come il nome indica». Nel corso dell’incontro il patriarca ha, inoltre, messo in evidenza il fatto che gli Stati Uniti sono decisivi nel processo di pace ed ha evidenziato a Casey la presenza di «muri dappertutto. Ma prima di distruggerli, bisogna distruggere i muri dell’odio, dell’ignoranza, della paura e dell’arroganza che si trovano nei cuori degli uomini e dei loro dirigenti».

Con il patriarca era presente anche monsignor William Shomali, vicario patriarcale per la Palestina, che ha ricordato all’ospite americano il problema umanitario costituito dalle migliaia di famiglie divise dai muri di separazione. «Permettere il ricongiungimento delle famiglie prima dell’arrivo di Papa Francesco, alla fine di maggio, sarebbe un segno di speranza per i palestinesi e un omaggio alla visita di un uomo di pace». Da parte sua Casey ha ribadito che «le parole del Papa durante il suo prossimo viaggio saranno importanti per aiutare i due popoli a muoversi» in direzione della pace. «Ognuno deve rendersi conto di quanto la pace sarebbe benefica non solamente per i diritti umani ma anche economicamente per entrambe le parti», ha rimarcato il capo dell’«Ufficio delle iniziative confessionali comunitarie».