Italia
300 mila in marcia per un Europa di pace
Le voci delle organizzazioni La presenza spontanea di tante persone non organizzate, secondo Rosario Lembo, presidente del Cipsi, il coordinamento di 30 ong di solidarietà internazionale, è il segno che “in Italia c’è una maggiore partecipazione e responsabilità afferma -. Si comincia a capire che bisogna impegnarsi in prima persona per l’affermazione di alcuni diritti fondamentali e per dire che tipo di Europa vogliamo. E’ il momento che la classe politica italiana ed europea cominci a prenderne consapevolezza, perché non può più prescindere dalle volontà e dai desideri di ciascun cittadino”. Conferma Sergio Marelli, presidente di Volontari nel mondo-Focsiv, il coordinamento di 57 ong cristiane, “è un bel segnale”. “Non si può più non ascoltare questo popolo della pace – sottolinea -, che non fa richieste astruse e utopiche, ma chiede che l’Europa si doti di una Costituzione in cui la pace sia un valore fondamentale e gli strumenti per raggiungerla siano la solidarietà, la cooperazione, i diritti garantiti per tutti. Questa Europa coinvolge ciascuno di noi: o ognuno si assume il suo pezzettino di responsabilità oppure sappiamo come vanno a finire le decisioni prese solo dai grandi della terra”. A suo avviso “c’è un pensare europeo e una coscienza che sta crescendo, assieme alla volontà di individuare delle soluzioni per fare delle proposte concrete”.
Secondo don Tonio Dell’Olio, coordinatore di Pax Christi Italia, “se l’Europa vuole davvero porsi come soggetto nuovo, non può non investire in un diritto internazionale che garantisca davvero la pace dei popoli. E’ la richiesta grande e forte che viene da questa manifestazione: inserire nella Costituzione europea l’articolo 11 della Costituzione italiana che ripudia la guerra”. Anche le Acli, per voce del presidente Luigi Bobba, chiede “alla politica di dire con chiarezza sulla pace i suoi Sì, sì. No, no”.