Italia
Nuovo capitolo della vicenda Spinoso
«Non ho mai scritto lettere anonime in vita mia». Non perde la flemma, Giovanni Spinoso, ma si vede che è stanco: stanco di una vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto, suo malgrado, in una delle inchieste più travagliate degli ultimi decenni, quella collegata ai duplici omicidi del «maniaco di Firenze».
Spinoso, giornalista del Tg3 regionale e in passato nostro collaboratore, è accusato di essere l’autore della lettera anonima contro Pietro Pacciani inviata agli investigatori il 25 maggio 1992 insieme all’asta guidamolla di una pistola calibro 22 (il tipo usato dal maniaco). Più di recente, Spinoso è stato accusato di essere anche l’anonimo estensore di tre lettere di minacce inviate nel settembre 2001 all’allora capo della Squadra mobile fiorentina, Michele Giuttari.
Nella saletta riunioni al quarto piano della sede Rai di Firenze, Spinoso, attorniato dai colleghi del Tg3 regionale che così esprimono la loro solidarietà, ripercorre, nel corso di una conferenza stampa, le tappe di una vicenda giudiziaria iniziata nel giugno del 1997 e viziata, a suo giudizio da «spunti investigativi, con insinuazioni e preconcetti lesivi» della sua «dignità personale e professionale».
Il tutto sarebbe nato per reazione all’atteggiamento critico di Spinoso circa alcuni metodi investigativi nell’inchiesta sul «maniaco di Firenze» che lui, per la Rai, ha seguito sin dall’inizio.
Risultato è che Spinoso, tra le varie cose, ha subito sei mesi consecutivi di intercettazioni telefoniche e 22 ore di perquisizione, oltre a perizie grafologiche e interrogatori. Ma non solo: le vicende del cronista televisivo hanno avuto anche una singolare eco sulla stampa, che lui definisce «distorta e diffamatoria».
A questo punto, il giornalista rivendica il tempo che gli è stato sottratto in questi anni e che avrebbe voluto spendere diversamente: «È anche per questo furto subìto dice che ho deciso di non stare più in silenzio».
La speranza di Spinoso è che «prima o poi, chi sa qualcosa o l’ autore vero delle lettere anonime al dottor Giuttari e colui che scrisse il biglietto ai carabinieri di San Casciano Val di Pesa, si facciano vivi rivolgendosi direttamente alla stessa Procura di Firenze o agli organi di informazione».