Italia

Istituzioni e volontari toscani tra i terremotati di Bam

C’erano anche sei volontari di Anpas Toscana e Misericordie tra i primi a decollare da Pisa con gli aiuti per gli iraniani colpiti dal terremoto che il 27 dicembre ha provocato 50 mila morti. A Bam la squadra ha allestito una cucina da campo che prepara ogni giorno 400 pasti. Oltre alla cucina – che resterà a disposizione della Protezione Civile –, i volontari hanno portato in Iran delle tende pneumatiche per accogliere i senza tetto e un fuoristrada. Per finanziare le iniziative congiunte delle due associazioni è stata organizzata anche una raccolta attraverso il cc. 1000/00, aperto presso la Cassa di Risparmio di Firenze, agenzia 26 (ABI 6160 CAB 2826).

«I fondi che raccoglieremo – precisano il presidente del Comitato regionale dell’Anpas, Romano Manetti, e il presidente delle Misericordie d’Italia, Gianfranco Gambelli – saranno utilizzati per finanziare progetti specifici, in modo da garantire la massima trasparenza». Le autorità iraniane, intanto, hanno indicato tra le priorità la realizzazione di una nuova scuola, ma i fondi saranno utilizzati anche per fornire attrezzature mediche per gli ospedali.

Anche la Regione Toscana si è attivata immediatamente, inviando medicinali grazie alla collaborazione delle Aziende sanitarie di Firenze, Lucca e Pisa. Già partito anche un secondo carico raccolto dalle Asl di Arezzo, Siena e Prato. Presenze toscane anche all’interno della missione italiana della Protezione civile, partita da Pisa con una quarantina di volontari. Tra questi l’assessore del comune di Lucca Enrico Luchi che al telefono con il suo sindaco Pietro Fazzi ha descritto una «situazione drammatica». «Quando sono partito non potevo immaginare che la situazione fosse tanto drammatica – ha raccontato l’assessore – non c’è una sola abitazione o struttura che sia rimasta in piedi. Le condizioni di vita erano già molto dure prima, adesso sono al limite della sopravvivenza anche per noi volontari».

Luchi ha riferito che la missione italiana ha appena concluso la realizzazione di una tendopoli per 600 persone, composta da 120 tende, e di un ospedale dotato di sala operatoria che è stato immediatamente reso operativo, grazie anche a personale medico del Santa Chiara di Pisa (tre chirurghi, Giuseppe Evangelista, Maria Carola Martino e Federico Filidei, più un anestesista e 10 infermieri).

Anche la Chiesa italiana si è prontamente mobilitata destinando alle prime urgenze delle popolazioni colpite due milioni di euro, dai fondi dell’8 per mille. «Le comunità ecclesiali – si legge in un comunicato Cei – accogliendo l’appello del Papa, sono invitate ad invocare la misericordia di Dio sulle vittime del sisma, a manifestare con la preghiera la vicinanza alle popolazioni così duramente provate e a sostenere le varie iniziative di solidarietà, e in particolare quelle già attivate dalla Caritas italiana».

Ad erogare la somma, informa la Cei, sarà l’apposito Comitato per gli interventi caritativi nei Paesi in via di sviluppo, accogliendo le richieste di istituzioni ecclesiali che operano sul luogo con la Chiesa locale. Intanto la Caritas Italiana si è resa disponibile ad intervenire sia in questa fase di emergenza, sia in una prospettiva di ricostruzione delle case e delle infrastrutture distrutte. Quanto prima verrà elaborato, insieme alla Chiesa locale, un piano di interventi per le fasce più deboli della popolazione e sui villaggi meno aiutati. La Caritas italiana ha messo a disposizione 350.000 euro e lanciato una colletta tramite: c/c postale n. 347013 Banca Popolare Etica, Piazzetta Forzatè 2, Padova, c/c n. 11113 – ABI 5018 – Cab 12100; Intesa Bci – p.le Gregorio VII, ROMA, c/c n. 100807/07 – ABI 03069 – CAB 05032; Cartasì e Diners telefonando a Caritas Italiana 06/541921 (specificare sempre nella causale «Terremoto Iran»».C.T.