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La sfida dei democratici: è John Kerry l’antiBush

Sarà John Kerry lo sfidante democratico per la Casa Bianca. È questo il verdetto delle primarie del 2 marzo, il «super martedì»: nove stati su dieci hanno dato la vittoria al senatore di Boston, pupillo del clan dei Kennedy. Kerry, con il suo slogan dagli echi rooseveltiani, «The real deal», che parafrasa «The new deal», è apparsa ai democratici la carta migliore per innescare «il cambiamento».
L’unica sconfitta è arrivata dal Vermont dove ha vinto l’ex governatore Howard Dean, di fatto già ritirato dalla corsa. L’ultimo sfidante di peso rimasto, John Edwards, ha dato battaglia fino alla fine in Georgia ma poi ha dovuto capitolare. Parlando ai suoi sostenitori, Edwards ha avuto parole d’elogio per il suo rivale, il senatore John Kerry, e ha fatto riferimento alla sua campagna al passato, ripetendo il suo impegno per un’unica America. Ted Kennedy raggiante ed entusiasta ha detto riferendosi a Kerry: «È una supernotte per il partito democratico: abbiamo un super-candidato e sarà un super-presidente».