Italia

I giovani pessimisti sul futuro

“Alquanto egocentrici, come un po’ tutti gli adolescenti, bisognosi di fare e desiderosi di non essere lasciati soli, fiduciosi nel proprio futuro ma piuttosto pessimisti sul futuro della società”: è questa l’immagine dei ragazzi e ragazze aderenti al movimento scout, nelle parole della presidente Grazia Bellini, che assieme agli altri responsabili nazionali dell’Agesci (Associazione guide e scout cattolici italiani) ha presentato il 24 marzo a Roma la ricerca curata con l’Istituto Iard dal titolo “80 voglia di … bisogni, valori e sogni di adolescenti scout”.

Il ricercatore dello Iard, Riccardo Grassi, ha sottolineato la notevole apertura sociale che emerge dall’inchiesta, condotta la scorsa estate tra 1200 giovani presenti ai campi nazionali per esploratori e guide svolti in Campania, Piemonte, Sardegna e Umbria. I valori fondamentali che emergono sono la grande importanza dell’amicizia (88,2%), famiglia (85%), pace-libertà-rispetto-sincerità (dal 79 al 71%), seguiti da amore (70,6%), lealtà (68,8%). Un tratto che accomuna tutti è costituito dall’altissima disponibilità “all’impegno per gli altri” (oltre il 70% in media) e alla “responsabilità” (80%). Temono però che guerre, fame e povertà non spariranno nei prossimi dieci anni. “La religione – ha sottolineato don Alfredo Luberto, assistente ecclesiastico generale dell’Agesci – ha totalizzato un 33,3% di preferenze, e la cosa non è nuova e non costituisce motivo di sconforto. Il 45% dei ragazzi dichiara di andare a messa almeno una volta la settimana e questa percentuale è doppia rispetto alla media nazionale. Piuttosto – ha proseguito don Luberto – si tratta per l’associazione di mettere meglio a fuoco percorsi nuovi di catechesi e spiritualità da affrontare per il futuro”. “Questa ricerca ha voluto significare per l’Agesci l’intento di capire gli adolescenti ‘nel’ mondo di oggi e non, come comunemente si fa, di capire gli adolescenti ‘di’ oggi”, ha detto l’altro presidente nazionale dell’associazione, Lino Lacagnina, presentando la ricerca. “Il progetto nazionale che stiamo predisponendo per i prossimi tre anni – ha proseguito – punta sulle parole-chiave di ‘coraggio’ e ‘passione’. Riteniamo che siano questi validi collanti per entusiasmare i giovani aderenti all’Agesci e motivarli su un cammino educativo esigente ma anche gratificante”.

Secondo Ferdinando Montuschi, docente di pedagogia speciale all’Università Roma Tre, “anche una realtà come l’Agesci, che ha un ricco patrimonio di storia ed esperienza in campo educativo e formativo, oggi non può più vivere di rendita. Dalla ricerca emerge che i ragazzi ‘rosicchiano’ dalle finalità tradizionali dell’associazione dei ‘margini’ di guadagno individuale. Cercano quindi una personalizzazione del perché fanno certe scelte, un senso profondo da collocare all’interno della propria esperienza esistenziale. Di fronte a una società mediatica che propone solo di stare seduti davanti a uno schermo di tv o computer, lo scoutismo invita ad allargare lo sguardo agli altri, alla Chiesa e alla società”.

Secondo Grazia Sestini, sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali, “oggi c’è una carenza di indagine sugli adolescenti. Eppure stanno subendo un processo di cambiamento immediato e velocissimo e la società ha il dovere di offrire loro percorsi educativi stimolanti e credibili”.