Italia

Pianeta Terra: il futuro passa attraverso la solidarietà

di Andrea BigalliLa parola «futuro» sta diventando una parola sempre più difficile da adoperare. Da un lato le variabili si moltiplicano, per la complessità del sistema-mondo intorno a noi, e diventa più difficile prevedere e progettare, dal destino del pianeta ai percorsi personali; dall’altro, quel coraggio richiesto per affrontare le incognite del tempo vissuto sembra scarseggiare. Del futuro si parla poco, o, se lo si fa, lo si fa con paura, senza che sembri possibile attendersi i segni di prospettive risolte e esaurienti.

Dal 1 al 4 di aprile, a Firenze, presso lo spazio espositivo della Fortezza da Basso, si è tenuta una mostra-convegno che invece questa tematica del futuro voleva discuterla seriamente, fino ad uscire da questa paura, questa carenza di coraggio che è in fondo mancanza di vitalità. Dove c’è l’ardire della verità c’è la possibilità della speranza: altrimenti si resta ancorati ai propri oscuri terrori e non si procede verso nessun ulteriore. Promossa da una serie di enti legati alla nuova, crescente, realtà della Finanza e della Banca Etica, in collaborazione con altre – ormai storiche – dimensioni associative dell’ambientalismo, «Terrafutura» ha proposto uno spazio in cui far confluire una serie di domande, di esperienze e di riflessioni, in modo da riattivare quella dinamica di analisi e di azione, urgente per porsi il problema delle evoluzioni possibili del nostro ecosistema secondo la linea del futuro possibile, non in parte negato, come pare evidente in questo odierno contesto.

Convegni e workshop sulle tematiche dello sviluppo compatibile e di quegli stili di vita che possano condurci a vivere una prospettiva di migliore qualità, secondo la regola del benessere e non solo del benavere, si sono affiancati alla libera proposta di percorsi e di strategie rappresentata da un nutrito numero di espositori, costituito da imprese, associazioni, istituzioni, enti locali e del no profit, pubbliche amministrazioni. Il tutto a proporre soprattutto l’idea di un cantiere di elaborazione e di progettazione, all’insegna della preoccupazione per un mondo che apra a tutti identiche opportunità di vita e di avvenire: la riflessione sull’ambiente diviene senza sforzo l’attenzione alla problematica dei diritti umani, seguendo tra le altre quella preziosa intuizione del Magistero di Giovanni Paolo II sul valore dell’ecologia umana. In tal senso andava compresa la numerosa e qualificante presenza di enti di ispirazione cristiana, come Bilanci di Giustizia, Pax Christi, Mani Tese, il Movimento dei Focolari, le Edizioni Missionarie Italiane, la Caritas Italiana. Proprio le Caritas della Toscana hanno in questa sede proposto il loro convegno regionale, dal titolo «Terrafutura…solo se terrasolidale», opportunità di una riflessione sullo stato delle cose del mondo a partire da quel particolare angolo di visuale che è la solidarietà. Jean Leonard Touadì, giornalista, don Roberto Filippini, biblista, e don Giancarlo Perego, vicedirettore di Caritas Italiana, hanno letto il tema del convegno secondo l’opzione irrinunciabile di riflettere sul significato degli eventi e delle politiche, intrecciando i dati sia a livello planetario che a livello nazionale e locale.

Ne è emerso un quadro ben poco rasserenante: le dinamiche che creano povertà sono in evoluzione e conducono al peggioramento del livello di vita di un numero crescente di abitanti del pianeta, ma pure del nostro stesso Paese. Occorre una presa di coscienza sulle responsabilità individuali, anche sul piano di ciò che si può chiedere alle amministrazioni politiche: il senso del proprio essere cittadini del mondo si traduce nell’esigenza di educarsi alla responsabilità solidale, uno dei tanti modi per coniugare nell’oggi quella preziosa parola di Dio che è «carità».

Solo nel modo di amare che il Signore vuole insegnare alle sue creature, l’oggi non pare disgiunto dal domani; e si può leggere la storia come un percorso che, in un progresso che non sia solo economico e tecnologico, ma delle coscienze e della capacità di relazione e di pace, conduca l’umanità al tempo del suo riposo. Un riposo che non esprime il senso della fine, bensì quello del fine per cui Dio ha pensato questa Terra e l’umano.

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