Italia
Bambini a congresso contro lo sfruttamento
«Lavoro da quando ho sei anni racconta anche Ana Luisa Bustamante Ardòn, 16 anni, dell’Hondorus . Faccio la spazzina, pulisco e lavo le strade, lavoro sette ore al giorno e guadagno 40 centesimi di lempiras», ovvero un paio di centesimi di euro.
Eppure, «per dare istruzione a tutti i bambini del mondo che oggi ne sono privati, basterebbero 11 miliardi di dollari, pari a tre giorni di risorse mondiali spese per gli armamenti o ad un quinto di quanto gli Stati Uniti spendono in sigarette in un anno o a quanto, in 12 mesi, si spende in Europa per i cosmetici». Lo ha detto Kailash Satyarthi, fondatore della Global March against Child Labour, che per quanto riguarda l’Europa è da quattro anni coordinata da Mani Tese, e a cui si deve, insieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil, l’organizzazione del congresso fiorentino, che a conclusione della «tre giorni» al Palacongressi ha avuto il suo momento più ufficiale nel pomeriggio di mercoledì in Palazzo Vecchio seguito, nella mattinata di giovedì, da una manifestazione pubblica per le strade della città (da Piazza della Signoria a Piazza della Santissima Annunziata) con le centinaia di ragazzi provenienti da ogni parte del mondo per dar vita a questo primo Congresso mondiale dei bambini contro lo sfruttamento del lavoro minorile.
Una sindacalista ci ha fornito alcuni dati sulla situazione mondiale dei bambini: un bambino su sei è sfruttato ed un bambino su otto è sfruttato sessualmente, schiavizzato o mandato a combattere in guerra. Il presidente di Mani Tese ci ha detto che se i soldi investiti per le guerre fossero usati per l’istruzione, in vent’anni non ci sarebbero più analfabeti nel mondo.
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