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Clonazione, appello del Papa: difendere l’uomo

DI MARCO DOLDI La via insegnata da Cristo è quella del rispetto per l’essere umano. È il senso del forte appello lanciato da Giovanni Paolo II nel messaggio al “Meeting per l’Amicizia fra i popoli”, che a Rimini raggiunge la sua venticinquesima edizione (nella foto). Le parole di Giovanni Paolo II sono motivate da tante offese alla vita, specialmente nei confronti di quella umana nella sua fase iniziale.

Proprio nel pieno dell’estate è giunta la notizia che l’autorità britannica per l’embriologia e la fecondazione umana (Hfea) ha concesso ad un gruppo di ricercatori dell’università di Newcastle il primo permesso per clonare embrioni umani, con lo scopo di curare malattie negli adulti.

Questa forma di intervento è denominata “terapeutica”, ma solo per trarre in inganno l’opinione pubblica e far accettare come lecito un intervento che resta grave. Infatti, come si è saputo la procedura prevede la creazione di embrioni umani, mediante manipolazione, lo studio su di essi, sino al 14/mo giorno e la loro distruzione. La scelta del 14/mo giorno è dovuta al famoso Rapporto britannico Warnock, che negli anni ’80, per permettere lo studio dell’essere umano nelle fasi iniziali del suo sviluppo, decretò in modo arbitrario che sino a quella data non saremmo in presenza di un embrione, ma di un ammasso di cellule. Per la seconda volta l’autorità scientifica britannica inganna l’opinione mondiale, favorendo anche altrove crimini contro la vita umana. Non sono mancate voci di protesta a questo nuovo sopruso: alcuni scienziati hanno chiesto all’Hfea di rifiutare l’autorizzazione, motivandola come uno “spreco di denaro pubblico e un superare il limite dell’etica per la prima volta”, così ha dichiarato David King, un biologo molecolare (“la Repubblica”, 11/08/04).Poche voci, purtroppo destinate a restare inascoltate in mezzo alla grande euforia di molti: “le potenzialità di questa area di ricerca – commenta Alison Murdoch, coordinatrice degli esperimenti – sono immense ed eccitanti. Ci permetterà di capire molto sulla genesi di numerose malattie e adesso potremo passare al livello successivo dei nostri studi”. In questo momento storico la voce della Chiesa risuona veramente controcorrente e degna di essere ascoltata, perché non è determinata da alcun interesse umano: economico o sociale. E, ancora una volta, è il Papa che con tutte le forze invita l’umanità ad un ripensamento. Lo fa per indicare dove stia il vero progresso dell’umanità.“Particolarmente forte – ha detto nel suo Messaggio – è la tentazione di pensare che l’opera dell’uomo trovi in se stessa la giustificazione dei propri obiettivi. I risultati raggiunti in vari ambiti della scienza e della tecnica vengono da molti considerati e difesi come ‘a priori’ accettabili. Si finisce così per pretendere che ciò che è tecnicamente possibile sia di per sé anche eticamente buono”.

In questa prospettiva, si consuma un dramma di ordine antropologico ed etico. Sì perché il progresso delle conoscenze scientifiche è fatto per andare sempre oltre: l’odierna tecnica si differenzia da quella del passato perché non conosce un punto di saturazione. Inoltre, Agevolata dai ricchi mezzi a disposizione sposta sempre “oltre” il confine, ove doversi fermare. Però questa corsa senza meta è disumana, perché, considerando, in modo più o meno esplicito, il progresso come valore assoluto, anzi come la fonte stessa di ogni valore, non conduce più ad interrogarsi dove risieda il bene e il male per l’uomo, il giusto e l’ingiusto.

La deriva odierna, ha ricordato il Papa al popolo di Rimini, consiste nel fatto che “la verità e la giustizia non sarebbero più istanze superiori, criteri di giudizio ai quali l’uomo si deve attenere nell’orientare le azioni che alimentano il progresso stesso, ma diventerebbero un prodotto della sua attività di ricerca e di manipolazione della realtà”. Questo pragmatismo, che concepisce la verità e la giustizia come qualcosa di modellabile ad opera dell’uomo stesso, conduce a lla presunzione di creare esseri umani mediante clonazione e poi distruggerli.Ben diversa è la via insegnata da Cristo: quella del rispetto per ogni esser umano, nell’attenzione a conoscere la sua verità per poi servirlo e non manipolarlo secondo un progetto, considerato talora con arroganza, come migliore di quello del Creatore.