Italia

Da Arezzo e Fiesole si alza un grido di pace e speranza

di Giacomo GambassiLe fiaccole della speranza illuminano la notte della Verna. E dal Sacro Monte in cui San Francesco ha ricevuto le Stimmate si alza ancora una volta il grido di pace che parte da due vescovi della Toscana, quello di Arezzo e quello di Fiesole, dal presidente della Provincia e dai sindaci dei 39 comuni dell’aretino. Pace «in questo tempo buio», spiegano monsignor Gualtiero Bassetti e monsignor Luciano Giovannetti nel messaggio firmato insieme. Un tempo di «angoscia» in cui i commando terroristici uccidono i bambini di una scuola a Beslan o rapiscono due volontarie italiane in Iraq.

«Siamo ancora immersi nel fumo denso dell’Ossezia, nel fuoco, nelle sirene – affermano i due vescovi – Siamo faccia a faccia con gli occhi stravolti di chi neppure geme davanti a un dolore che va oltre ogni dolore». Una voragine sembra essersi aperta. «E corriamo il rischio di finirci dentro, facendoci tentare dalla rabbia o dalla paura – dichiara il guardiano della Verna, padre Fiorenzo Locatelli – Ma queste risposte non ci appartengono. E abbracciandole, contribuiremo soltanto a far crescere la spirale di violenza che attanaglia il mondo».

Invece, occorre seguire l’indicazione di Giorgio La Pira, suggeriscono monsignor Bassetti e monsignor Giovannetti: quella che invita a «mettersi sul sentiero di Isaia», cioè a «camminare dove la terra è sicura, l’orientamento è certo e la possibilità di volgere la vita nel segno della morte è esclusa». Una conversione da cui scaturisce la certezza che «nulla è impossibile a Dio», affermano i vescovi. E allora anche l’appello per liberazione di Simona Torretta e Simona Pari e di tutti gli ostaggi nelle mani dei sequestratori che viene lanciato dalla Verna si trasforma nella tappa di un «cammino prima di tutto spirituale ma che diventa anche culturale e civile», spiegano i due Pastori. Perché «tutti, a partire da coloro che hanno responsabilità civili, politiche e religiose, facciano ogni forzo per restituirle alle loro famiglie». In mille, nell’unica navata della basilica francescana, ascoltano le parole dei vescovi e l’invito del presidente della Provincia, Vincenzo Ceccarelli, a superare «l’odio con il dialogo».

Tutti in silenzio. Così come in silenzio il corteo aveva raggiunto il santuario. A piedi, con centinaia di torce e i gonfaloni della Regione e dei Comuni ad aprire la marcia. In un angolo della chiesa anche alcuni giovani del Caucaso, che studiano nella Cittadella della Pace di Rondine. «Toccherà a loro – dice il presidente dell’associazione, Franco Vaccari – portare la cultura della speranza in una terra martoriata dalla guerra».