Italia
Da Arezzo e Fiesole si alza un grido di pace e speranza
«Siamo ancora immersi nel fumo denso dell’Ossezia, nel fuoco, nelle sirene affermano i due vescovi Siamo faccia a faccia con gli occhi stravolti di chi neppure geme davanti a un dolore che va oltre ogni dolore». Una voragine sembra essersi aperta. «E corriamo il rischio di finirci dentro, facendoci tentare dalla rabbia o dalla paura dichiara il guardiano della Verna, padre Fiorenzo Locatelli Ma queste risposte non ci appartengono. E abbracciandole, contribuiremo soltanto a far crescere la spirale di violenza che attanaglia il mondo».
Invece, occorre seguire l’indicazione di Giorgio La Pira, suggeriscono monsignor Bassetti e monsignor Giovannetti: quella che invita a «mettersi sul sentiero di Isaia», cioè a «camminare dove la terra è sicura, l’orientamento è certo e la possibilità di volgere la vita nel segno della morte è esclusa». Una conversione da cui scaturisce la certezza che «nulla è impossibile a Dio», affermano i vescovi. E allora anche l’appello per liberazione di Simona Torretta e Simona Pari e di tutti gli ostaggi nelle mani dei sequestratori che viene lanciato dalla Verna si trasforma nella tappa di un «cammino prima di tutto spirituale ma che diventa anche culturale e civile», spiegano i due Pastori. Perché «tutti, a partire da coloro che hanno responsabilità civili, politiche e religiose, facciano ogni forzo per restituirle alle loro famiglie». In mille, nell’unica navata della basilica francescana, ascoltano le parole dei vescovi e l’invito del presidente della Provincia, Vincenzo Ceccarelli, a superare «l’odio con il dialogo».
Tutti in silenzio. Così come in silenzio il corteo aveva raggiunto il santuario. A piedi, con centinaia di torce e i gonfaloni della Regione e dei Comuni ad aprire la marcia. In un angolo della chiesa anche alcuni giovani del Caucaso, che studiano nella Cittadella della Pace di Rondine. «Toccherà a loro dice il presidente dell’associazione, Franco Vaccari portare la cultura della speranza in una terra martoriata dalla guerra».