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Il vescovo Giovannetti: «Andare in Terra Santa è come tornare a casa»

di Lorella PellisLa Terra Santa ci sta aspettando. Sarà un pellegrinaggio nel luogo dove tutti siamo nati perché la nostra fede ma anche la nostra cultura è lì che trovano le loro radici». Ci sarà anche il vescovo di Fiesole, Luciano Giovannetti, fra i trecentocinquanta pellegrini – provenienti per la quasi totalità dalle diocesi di Fiesole e Montepulciano-Chiusi-Pienza – che dal 20 al 26 ottobre si metteranno in cammino alla volta della terra di Gesù.

Monsignor Giovannetti, qual è il senso di un pellegrinaggio come questo?

«Facendo questo pellegrinaggio andiamo ad incontrare nostro Signore Gesù Cristo nei suoi misteri della vita terrena: quello della sua nascita a Betlemme, quello della sua vita nascosta a Nazareth e quello della sua morte e resurrezione. Il nostro desiderio dunque è quello di incontrare Gesù Cristo. E in modo particolare noi questa volta andiamo a Betlemme per rivivere con gioia, commozione e gratitudine, l’avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Questo è il senso del pellegrinaggio nel suo primo aspetto. Ma ce n’è anche un altro».

Ovvero?

«Il Cristo che noi andiamo ad incontrare è il “Cristo totale”, secondo la felice espressione di Sant’Agostino, cioè Cristo presente in quei fratelli e in quelle sorelle che vivono il momento della grande prova, quindi condividendo con loro le preoccupazioni, i disagi, le sofferenze, le ansie».

Betlemme, dunque, rappresenta una tappa particolarmente importante…

«Il pellegrinaggio con la scelta di fermarsi a Betlemme è motivato in modo particolare da quanto accadde il 24 agosto del 1997. Era una domenica sera, eravamo seicento pellegrini fiesolani, non era possibile entrare a Betlemme perché da quaranta giorni c’era il blocco totale. Arrivati a due chilometri da Betlemme, con la visione di uno splendido tramonto, siamo allora scesi dai dodici pullman e lungo la strada abbiamo celebrato la liturgia del Natale così come previsto dal programma. Mentre ci stavamo scambiando il segno della pace improvvisamente ci è stato concesso di poter entrare in città. Fu un momento molto importante, che ha lasciato un segno».

E da allora con Betlemme si è formato un legame molto forte e particolare…

«Proprio così, una specie di gemellaggio sancito da diverse iniziative che in questi anni sono state realizzate nei confronti di Betlemme. L’ultima, alla quale ha contribuito in gran parte la Conferenza episcopale italiana ma anche tanti altri enti, è la scuola materna che noi andremo ad inaugurare domenica 24 ottobre. Nella città di Gesù Bambino fra qualche giorno ci sarà una scuola materna modello per trecentocinquanta bambini cristiani e musulmani. È anche un segno di speranza per una città nella quale in questo momento c’è il buio totale».

Monsignor Giovannetti, quale messaggio vuol fare arrivare ai pellegrini che si preparano a partire?Il programma«Dobbiamo ripetere quello che si dissero l’un l’altro i pastori. Anche noi andiamo fino a Betlemme e vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere. Dobbiamo anche riporci quegli interrogativi che da duemila anni attraversano la storia. I Vangeli dicono che non ci fu posto per Lui. È la storia che si ripete anche oggi. Troppe volte in Terra Santa non c’è posto, non c’è posto per gli abitanti di Betlemme che non possono avere una vita serena e dignitosa. E noi saremo là a confortare i nostri fratelli e sorelle perché non si sentano isolati ma ritrovino pace».Alcuni dei momenti più significativi del pellegrinaggio in Terra Santa:

Mercoledì 20: Arrivo a Tel Aviv e partenza per Nazareth. Sosta al Monte Carmelo.

Giovedì 21: S. Messa nella Basilica dell’Annunciazione. Visita della Basilica e della chiesa di S. Giuseppe. Museo e scavi. La chiesa di S. Gabriele con la fonte di Maria. Il Suq e la Sinagoga. Nel pomeriggio: salita sul Tabor. Visita a Cana di Galilea. Dopo cena: fiaccolata presso la Basilica dell’Annunciazione.

Venerdì 22: Lago di Tiberiade. Monte delle Beatitudini, Tabga, Cafarnao. S. Messa nel Memoriale di S. Pietro. Traversata del lago in battello fino al kibbuz En Ghev. Valle del Giordano fino a Gerico. Salita verso Gerusalemme. Arrivo a Betlemme.

Sabato 23: Partenza per Gerusalemme. Monte degli Ulivi: S. Messa nella Basilica del Getsemani. Luogo dell’Ascensione, del Pater Noster. Dominus Flevit. Basilica dell’Assunzione di Maria. Città vecchia; chiesa di S. Anna, Via Crucis lungo la Via Dolorosa fino al Santo Sepolcro.

Domenica 24: S. Messa con la comunità di Betlemme. Inaugurazione della Scuola Materna. Nella giornata visita alla Basilica della Natività, al Campo dei Pastori, alla Grotta del Latte. Visita delle varie realizzazioni frutto della solidarietà presenti a Betlemme (Baby Hospital, Orfanotrofio, Caritas e altro). A Gerusalemme: Quartiere ebraico, Muro occidentale.

Lunedì 25: S. Messa nel deserto della Giudea. Visita a Qumran. Mar Morto. A Gerusalemme: Monte Sion, Cenacolo.

Martedì 26: S. Messa conclusiva del pellegrinaggio al Santo Sepolcro. Visita a Yad Vashem, collina memoriale di Israele.