Italia
Quelli che… moltiplicano letti a castello e tricicli
Nel 1991 eravano però più del doppio: 676.000 famiglie che corrispondevano al 3,5%. In quanti bisogna essere per entrare in questo «clan»? Tra figli naturali, adottivi e affidati si deve raggiungere il numero minimo di 6 componenti. La novità è che oggi si sono riuniti in un’associazione nazionale, delle «Famiglie numerose» appunto, per far sentire la propria presenza di fronte ad una società, come dicono loro stessi, che «sempre più spesso privilegia i piccoli nuclei familiari a scapito di quelli numerosi».
E sembra quasi una contraddizione, dal momento che la Costituzione italiana mette al centro dello Stato il nucleo familiare. In particolare l’articolo 31 mira specificatamente alla protezione e all’agevolazione della famiglia, in tutte le sue fasi (maternità, infanzia, gioventù), con un particolare riguardo per i nuclei numerosi. In realtà, il disagio vissuto da questi genitori è notevole, se si pensa ai costi economici che diventano quasi insostenibili anche per famiglie più piccole. Da qui la scelta di non aspettare che qualcuno risponda alle loro domande su diritti troppo spesso non riconosciuti, ma di muoversi per primi affinché ciò che recita la Costituzione italiana si trasformi in leggi concrete in favore della loro scelta di vita.
Ecco il ruolo dell’Associazione nazionale, che ha come scopo iniziale quello di «conoscerci, e di scambiare idee e riflessioni; di mettere le singole capacità a disposizione delle altre famiglie». La volontà è quella di creare gruppi di acquisto solidali, banche del tempo, mercatini dell’usato, ma non solo. L’attività dell’associazione sarà anche quella di osservare le scelte delle amministrazioni pubbliche in favore delle famiglie numerose, creando una rete di comunicazione che agevoli le famiglie disagiate.
Proprio per questo è prevista la creazione di sportelli informativi in grado di fornire materiale adeguato (carta dei servizi, raccolte di leggi e regolamenti vigenti); e, dal punto di vista strettamente legislativo, l’associazione avanzerà proposte in ambito tributario, sia a livello nazionale che locale, promuovendo la revisione delle spese per acqua, luce e gas, e i prezzi di alcuni servizi, quali abbonamenti dei mezzi di trasporto, libri e iscrizioni scolastiche. In astratto, si vuole costruire una grande famiglia in cui ognuno trovi il proprio ruolo e lo svolga con amore e disponibilità. Già, perché ogni famiglia, e in particolare ogni famiglia numerosa, non è solo un focolaio di disagi e problemi, ma è innanzitutto «luogo primo di accoglienza della vita, di educazione, di solidarietà e di ospitalità: è quindi cellula fondante della società».
Ma non solo. «Dalla famiglia spiegano i responsabili dell’associazione nascono i cittadini e nella famiglia essi trovano la prima scuola di quelle virtù sociali che sono l’anima della vita e dello sviluppo della società stessa». La scelta di avere dei figli, pur essendo privata, ha ripercussioni positive sull’intera società. La rigenera e permette di riequilibrare e integrare la distribuzione dei redditi da lavoro, per non pensare all’incredibile lavoro svolto dalla famiglia nell’accudire i soggetti più deboli: bambini piccoli, ma anche anziani e disabili. La famiglia numerosa oggi è «testimonianza di fede e coraggio. Per chi crede, atto di fiducia vissuta e totale nella Provvidenza Divina, celebrazione eloquente dei valori più santi della famiglia». Per questo la definizione che le famiglie numerose danno di sé continua. E conclude così: «Siamo quelli che vivono impagabili momenti di dolcezza, di letizia, di festa, di preghiera, di consolazione, di dialogo, momenti che quotidianamente colorano la nostra famiglia. No, non c’è da annoiarsi nelle nostre case».