Italia

Il lavoro e la festa

Primo maggio con il Papa per i lavoratori cattolici. È il grande evento che avrà luogo quest’anno, nel 50° anniversario dell’istituzione della festa di San Giuseppe lavoratore (1° maggio 1955), al quale aderiscono, tra le altre organizzazioni, anche le Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani), che quest’anno festeggiano il 60° anniversario della fondazione dell’associazione.

Tre gli appuntamenti previsti: il Forum internazionale delle Organizzazioni cristiane dei lavoratori il 28 e 29 aprile; la presentazione dell’Agenda del lavoro, il giorno successivo, alle forze sindacali e imprenditoriali; l’incontro del 1° maggio in piazza San Pietro con Giovanni Paolo II. «La Chiesa italiana – spiega, in merito al 50° anniversario della festa di San Giuseppe lavoratore, mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei – intende fare memoria grata dell’evento, con particolare consapevolezza spirituale e con profondo senso di responsabilità sociale. Ricordare, infatti, non solo evidenzia una sensibilità storica, ma significa riacquisire i valori connessi all’evento e riviverli intensamente, con intelligenza dei cambiamenti avvenuti nella realtà contemporanea, per trarne insegnamenti illuminanti e per suscitare nuove prospettive di impegno e di azione».

«I problemi del mondo del lavoro rappresentano un tema sul quale si gioca la persona umana. In questo mondo globalizzato è importante riporre al centro dell’attenzione la persona e, quindi, è necessario che il lavoro sia umanizzato e non sia ridotto a merce». Così mons. Paolo Tarchi, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, ha spiegato, nel corso della conferenza stampa a Montecitorio, il senso dell’iniziativa «1°maggio: i lavoratori cristiani in piazza San Pietro con il Papa», promossa dalla Cei per i 50 anni della festa di San Giuseppe lavoratore. Il 1° maggio – ha detto Tarchi – pone «dentro di sé il tema lavoro-riposo, lavoro-festa. In questo senso vivere in chiave religiosa e liturgica il lavoro vuol dire che noi vogliamo salvaguardare sempre più questa dinamica fra tempo del lavoro e tempo della festa. È l’occasione per guardare il tempo del lavoro con uno sguardo contemplativo che è quello di cui ha bisogno la nostra società».

«Compiendo sessant’anni – ha detto Luigi Bobba, presidente delle Acli – non vogliamo ritirarci in una dignitosa pensione, ma con il recupero delle origini e con lo sguardo rivolto al futuro, inquieti di fronte alle sfide del presente, intendiamo rinnovarci e pensare in che modo la tutela del lavoro, della cittadinanza e la promozione sociale possono essere reincarnati».

Bobba ha poi annunciato, per le prossime settimane, il lancio di una campagna «Cittadini come noi» per il riconoscimento del diritto di voto alle amministrative agli immigrati presenti nel nostro Paese e per il riconoscimento della cittadinanza immediata a tutti i bambini nati in Italia. Tra le altre iniziative delle Acli: la costituzione di una associazione onlus «Acli senza confini» con lo scopo di raccogliere fondi per le iniziative di alto valore morale e sociale.

Tra le manifestazioni per il 60° anniversario delle Acli: una grande festa – in programma nel pomeriggio del 30 aprile – alla quale è prevista la presenza del presidente delle Cei, card. Camillo Ruini. Nate nel 1945, oggi le Acli contano circa 900.000 soci, in Italia raggiungono con i loro servizi circa 3 milioni di utenti, attraverso le oltre 6.500 strutture territoriali. Sono presenti anche in 16 Paesi europei ed extraeuropei, laddove vi è stata una forte emigrazione di lavoratori italiani.

All’evento del 1° maggio in piazza San Pietro aderiscono anche Acai, Api-Colf, Compagnia delle Opere, Cif, Cisl, Col diretti, Confai, Confcooperative, Movimento dei Focolari, Gioc, Icra, Mcl, Mlac, Mrc, Ucid. Per informazioni sul 1° maggio con il Papa: primomaggio@chiesacattolica.it.

I 60 anni del Patronato AcliBen 698 dipendenti, 300 medici e legali convenzionati, 3000 operatori volontari, 16 sedi regionali e 10 sedi nazionali all’estero, 103 sedi provinciali e 60 uffici all’estero, 390 sedi zonali, 1650 segretariati sociali nel territorio di cui 1500 in Italia. Ecco solo alcuni dei numeri dei Patronati Acli che lo scorso venerdì 18 marzo ha festeggiato i 60 anni a Montecitorio alla presenza del presidente della Camera Pierferdinando Casini. Ma quali sono i campi di impegno dell’associazione? Lo spiega Damiano Bettoni, direttore generale. «Abbiamo puntato sulle pensioni di vecchiaia – spiega il dirigente – perché rappresentano, per il nostro Patronato, la punta di diamante rispetto all’attività con l’Inps. In Italia , su 100 persone che ottengono la pensione di vecchiaia rivolgendosi ad un Patronato, più di 15 si rivolgono al Patronato Acli; è un dato estremamente lusinghiero».

Non solo. «La campagna per l’accredito della contribuzione figurativa di maternità, avvenuta fuori dal rapporto di lavoro, – continua Bettoni – ha permesso al Patronato di richiamare nei propri uffici 200.000 donne che ci avevano già conosciuto in occasione della concessione della pensione. Questa iniziativa dimostra la possibilità di coniugare efficacia dell’attività di patrocinio con l’uso proficuo della nostra banca dati, quando questi sono debitamente registrati».

E poi, aggiunge il direttore Bettoni, le «azioni che abbiamo prodotto hanno portato anche nuove opportunità di servizio nel campo delle malattie professionali e degli infortuni, ma anche sulle domande di pensione nel pubblico impiego, dandoci ragione di un immenso impegno formativo e organizzativo». «Il Patronato – conclude – vuole impegnarsi in una iniziativa specifica sull’invalidità civile che, da una parte valorizzi il lavoro tradizionalmente fatto nelle sedi già eccellenti da questo punto di vista e, dall’altra, rilanci la tutela degli invalidi nelle sedi dove la stessa è carente o assente».