Italia

A Loppiano l’economia produce comunione

Singolare platea, composta da giovani imprenditori, studenti di economia, neo laureati, in dialogo con chi all’impresa ha dedicato una vita: più generazioni, non in confronto, ma in dialogo per «volare alto» insieme. Questo è ciò che si è visto il 23 e 24 scorsi partecipando al convegno «Giovani & Impresa EdiC: un volo possibile» tenutosi a Loppiano presso la cittadella internazionale dei Focolari e promosso dalla EdiC spa, società di gestione del nascente Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti che è in costruzione ad Incisa in Val d’Arno.

Il «volo», che ha accomunato gli oltre 250 partecipanti alla due giorni, è quanto di più concreto si possa sperimentare: l’Economia di Comunione, che si potrebbe definire il risvolto imprenditoriale della «cultura del dare», uno dei punti cardine della spiritualità del Movimento dei Focolari. Meta di questo volo: «nessun indigente».Parrebbe un controsenso nell’attuale congiuntura economica l’idea – per un giovane di cimentarsi nella costituzione di una azienda o per un imprenditore ormai a «fine carriera» che potrebbe godersi in pace il frutto delle proprie fatiche – il rischiare affinché si produca per poter condividere.

Eppure è ciò che si è visto e che è stato testimoniato con esperienze vissute sul campo. Una coppia di imprenditori bresciani, prossimi a trasferire parte della loro attività nel Polo imprenditoriale di Incisa che ospiterà alcune delle aziende legate all’Economia di Comunione, sottolineava: «questa Economia di Comunione dà senso profondo al nostro lavoro…potremmo vivere tranquilli, ma non possiamo dimenticare i poveri: siamo imprenditori e vogliamo continuare a fare della nostra impresa una comunità aziendale che sappia dare creando, prima di tutto, fraternità e condivisione».

Luigino Bruni, docente di Economia all’Università di Milano Bicocca, intervenuto con una relazione molto apprezzata dai giovani presenti, nella quale tratteggiava in modo articolato il volto dell’imprenditore di Economia di Comunione mettendolo in parallelo con il modello corrente di imprenditore, in un passaggio del suo discorso sottolineava, appunto, l’aspetto della fraternità come il «di più» rispetto alla capacità di rischiare in prima persona, di innovare, di perseguire un progetto, tipica di ogni sano imprenditore. Ciò che caratterizza l’imprenditore di EdiC è, anche, la volontà di fare fraternità. Si attua così all’interno dell’impresa, pur nella doverosa distinzione dei ruoli, una qualità di rapporti che genera condivisione per cui ci si guarda da uguali, e da uguali si condivide con i poveri.Nella mattinata del 24 alcuni professionisti, esperti nei vari aspetti legati alla costituzione e gestione aziendale hanno esposto, ciascuno per la propria competenza, le varie tematiche legate al fare impresa. Successivamente si sono messi a disposizione degli oltre 100 giovani intervenuti per gli approfondimenti secondo aree tematiche. Il «volo possibile» è ben espresso da due commenti raccolti alla chiusura dei lavori: «oggi dai giovani abbiamo ricevuto molto più di quanto abbiamo dato» afferma un manager toscano; «bisognerebbe farne di più di questi Convegni: di solito i giovani imprenditori parlano tra di loro, i vecchi imprenditori pure, gli studenti anche…invece qui ci siamo messi in sinergia, è una grande speranza» gli fa eco un imprenditore da lunga data.S. R.