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Prato e la Terrasanta: nuovi progetti con la scuola tessile di Betlemme e l’ospedale di Nazareth

A Betlemme – luogo iniziale della speranza cristiana – c’è una scuola professionale (il «Fashion Textile Institute») che produce le magliette con le frasi in favore della pace: un segno di speranza, visitato dalla delegazione pratese Diocesi–Comitato «Pro Pace in Palestina», durante il viaggio svoltosi dal 16 al 23 maggio. L’istituto professionale, che è collegato alla rete del Commercio equo e solidale, ha 25 studenti divisi in tre classi: c’è chi studia per diventare design e chi impara il mestiere tessile. Hani Moudad, direttore della scuola, ha raccontato le speranze di una struttura integrata nel Patriarcato cattolico. Quelli del «FTI» sono già venuti a Prato e confermano un forte interesse per proseguire contatti con l’istituto «Buzzi» e per scambi di studenti.

Anche questo è un frutto – o forse sarebbe meglio dire un «seme», seme di pace – dell’amicizia tra la Terrasanta e Prato, avviata ormai diversi anni fa in vista del Giubileo, sul doppio binario ecclesiale e civile. Il viaggio, appena terminato, è servito a rinsaldare questi legami di solidarietà. 49 i partecipanti, coordinati da mons. Santino Brunetti e da Idalia Venco, rispettivamente direttore e vicedirettore della Caritas diocesana. Con il Vescovo Gastone Simoni, erano presenti molti rappresentanti delle istituzioni pubbliche: il presidente della Provincia Massimo Logli con gli assessori Irene Gorelli e Andrea MonniAndrea Mazzoni, Enrico Giardi, i consiglieri comunali Goffredo Borchi, Luca Roti, Mauro Vannoni, il vicesindaco di Poggio a Caiano Marco Martini, il consigliere della Provincia e del Comune di Montemurlo Aurelio Biscotti, l’assessore di Cantagallo Maurizio Chiti. In viaggio anche rappresentanti di Confartigianato, Unione Industriali, Cgil.

«La Terrasanta è il nodo delle tensioni internazionali e, al contempo, il crocevia della pace. Questo viaggio – sottolinea mons. Brunetti – è stata un’occasione importante per prendere coscienza dei problemi e delle speranze che si agitano in questa regione». Il presidente della Provincia Massimo Logli ribadisce l’importanza della strada intrapresa nella promozione della solidarietà e della riconciliazione: «In questa Terra, crocevia della storia, la scelta di lavorare su progetti mirati e concreti per dare sostegno alle persone e alle comunità che si trovano in difficoltà costituisce il percorso più corretto per le Amministrazioni locali che vogliono contribuire alla pace».

Guarda alle prospettive l’assessore Andrea Mazzoni, delega alla Pace del Comune di Prato: «È stata un’esperienza davvero importante – afferma Andrea – che ha ribadito l’impegno di Prato per la pace e per la convivenza civile. C’è stata l’opportunità di rafforzare i legami già da tempo instaurati con vari soggetti e realtà che operano in Palestina e sono state messe le basi per costruire nuovi rapporti e nuove relazioni, in particolare con la comunità cristiana nella Terrasanta. Significativo l’incontro con la comunità ebraica, nel giorno in cui la delegazione pratese ha visitato il Museo dell’Olocausto. Dell’esperienza fatta e dei legami intesssuti c’è da fare buon tesoro per riaffermare i diritti dei popoli, i valori della pace e del reciproco rispetto».

Il viaggio ha preso avvio da Nazareth per poi toccare i luoghi della vita di Cristo e quelli cari alla storia ebraica e alla tradizione islamica, fino a Gerusalemme. Oltre agli appuntamenti religiosi, numerosi sono stati gli incontri con le comunità e alcune istituzioni di solidarietà: la parrocchia cattolica di Gerusalemme, guidata dal francescano padre Ibrahim Faltas, l’eroe dell’assedio della Natività a Betlemme, il Museo dell’Olocausto, la comunità israeliana di origine italiana, l’Ospedale di Nazereth, il laboratorio di padre Michele Piccirillo, uno dei più grandi archeologi del mondo.

Proprio nell’ospedale di Nazareth la delegazione ha potuto visitare il reparto maternità e le sale operatorie prendendo visione diretta di come sono utilizzate le apparecchiature a suo tempo donate dal Comitato pro-pace. Anche le ceramiche che ricoprono i muri hanno un’origine pratese. Si è poi discusso del futuro: i lenzuoli dell’ospedale e i pigiami per i ricoverati saranno presto donati da Prato. Si pensa, per questo particolare obiettivo, di attivare un diretto rapporto con una cooperativa di pensionati della vallata: il logo dell’ospedale sarà ricamato su lenzuoli e pigiami. C’è pure l’ipotesi di rendere più moderne le attrezzature della terapia intensiva e del pronto soccorso.

A padre Faltas la Caritas diocesana ha consegnato un’offerta di diecimila euro, frutto delle adozioni a distanza sottoscritte da numerosi pratesi per studenti cattolici di famiglie in gravi condizioni economiche.