Italia
Con l’Islam dialogo senza ingenuità
Uso del velo, scuole islamiche, imam fanatici. I temi legati all’Islam e all’integrazione dei suoi fedeli in Italia così come nel mondo occidentale occupa sempre più spazio nelle cronache
“È chiaro che per l’Italia e l’Europa il problema è allarmante e nel trattarlo si notano anche alcune ingenuità. Stiamo assistendo ad una continua emigrazione in Europa di seguaci dell’Islam che trovano nel Vecchio Continente un vuoto spirituale che favorisce l’islamizzazione”.
Il dialogo interreligioso con l’Islam più moderato può favorire l’integrazione?
“Il dialogo con le parti moderate islamiche deve avvenire in principal modo sui temi dei diritti umani e del rispetto della persona senza toccare gli aspetti dottrinali e religiosi. Un dialogo con l’Islam, inoltre, è possibile soprattutto nel campo della carità, ospedali, dispensari e iniziative varie”.
Come giudica la proposta di istituire una Consulta islamica italiana?
“Una decisione in sé buona, ma che corre il rischio di naufragare davanti alla mancanza di unità degli islamici italiani e, dunque, di un interlocutore unico con cui dialogare. Il dialogo rappresenta una meta ma sarebbe, in questo momento, più urgente esercitare maggiori controlli sugli imam che predicano in Italia. Verso gli imam piuttosto fanatici occorre più tempestività nell’intervenire”.
E delle scuole per bambini musulmani, come quella chiusa di recente a Milano?
“Credo sia importante, per favorire l’integrazione, che i bambini di religione musulmana frequentino scuole italiane. Vivendo in Italia è giusto che si adattino alle leggi e all’ordinamento dello Stato anche in materia scolastica”.
Quale contributo può portare la Chiesa al dialogo e all’integrazione?
“La Chiesa deve chiedere il rispetto dei diritti umani e tra questi anche quello, fondamentale, della libertà religiosa. È dovere da parte delle Chiese chiedere ai Paesi islamici, da cui prevengono molti fedeli, anche attraverso i vari Governi, il dovere della reciprocità e del rispetto dei diritti umani”.