Italia

Dalla Toscana un ponte con il Burkina Faso

Oltre 90 persone si sono recate quest’anno in Burkina Faso mediante i due viaggi umanitari organizzati dal Movimento Shalom dal 9 al 29 gennaio. Provenivano da diverse Diocesi della Toscana: 24 persone da quella di San Miniato, 12 da Firenze, 10 da Pisa, 4 da Massa Marittima, 2 da Volterra, 3 da quella di Siena. Ma anche da altre parti d’Italia: Taranto, Napoli.

Le due delegazioni guidate da Don Andrea Cristiani e da Andrea Tamburini hanno avuto la possibilità di rendersi conto di persona della condizione sociale, economica e culturale che caratterizza questo paese, uno dei più poveri del mondo.

Hanno partecipato rappresentanti di diverse associazioni ed istituzioni civili i quali hanno potuto verificare direttamente l’andamento dei progetti di cooperazione allo sviluppo realizzati ed in via di realizzazione: dal progetto Laaffi Roogo, centro di formazione professionale e di accoglienza in via di realizzazione nella capitale, al dispensario di Leo, finanziato dalla Misericordia di Empoli,al l’unità materno-infantile inaugurata a Koupela e finanziata in gran parte dalla Regione Toscana.

A Loumbilà i partecipanti hanno preso visione dei lavori di ampliamento della pizzeria realizzata grazie all’intervento di Unicoop Firenze per la quale erano presenti 5 pizzaioli dipendenti coop i quali hanno verificato l’andamento dei lavori e della gestione della struttura; suggestiva è stata la visita all’orfanotrofio attiguo sostenuto dagli utili della pizzeria e al centro sportivo dedicato a Tommaso Bonaccorsi di Pontedera nel quale i bambini ed i giovani del luogo possono radunarsi e divertirsi; importante e simpatica è stata la benedizione di un trattore donato dalla fondazione Un Raggio di Luce di Pistoia. A Canoro è stato realizzato un bacino per la raccolta delle acque finanziato dalla Provincia di Pisa e dall’Istituzione della Provincia di Pisa Centro Nord-Sud. Nell’estremo nord del paese, ai confini con il deserto i partecipanti hanno potuto incontrare i 50 giovani ospiti di Casa Matteo una casa famiglia realizzata a Gorom Gorom grazie al sostegno dell’Unicoop Tirreno e dei comuni della Val di Cornia con capofila Piombino. Inoltre la posa della prima pietra dell’Hotel delle Dune consistente in una foresteria per l’accoglienza dei visitatori e per lo sviluppo del turismo il cui utile andrà a sostenere il centro di accoglienza.Sempre a Gorom Gorom è stata posta la prima pietra di un centro medico adibito alla cura delle donne in attesa e delle giovani madri ed alla loro informazione e formazione in ambito sanitario. L’intervento è di importanza estrema se si pensa che nella regione c’è assoluta scarsità di strutture sanitarie e un retaggio culturale che prevede in molti casi la pratica dell’infibulazione. Un altro progetto che è stato avviato è quello che prevede la collaborazione nata grazie all’intermediazione di Slalom tra Coop Italia e numerose cooperative agricole Burkinabè; tale collaborazione prevede uno sviluppo dei commerci di prodotti agricoli prodotti in Burkina Faso e commercializzati i Italia da Coop Italia. Il movimento Shalom ha il compito di garantire l’eticità ed il buon fine di questo rapporto grazie al quale numerose famiglie avranno la possibilità di lavorare nel settore agricole e ricevere il giusto compenso per il loro lavoro. Il progetto rispecchia uno dei principi fondamentali promossi dalla nostra associazione vale a dire “l’autosviluppo” reso possibile dalla creazione dei presupposti forti ed importanti per garantire l’autosufficienza economica, l’eticità e la stabilità delle azioni nel tempo. Oltre ai numerosi progetti citati, un momento di forte emozione che non può mancare nei viaggi Shalom, è l’incontro con i bambini adottati a distanza. Solo là, in terra africana, ci si rende realmente conto, vivendolo in prima persona, dell’importanza di questa azione e del lavoro capillare svolto in favore dei bambini dalle Suore dell’Immacolata Concezione, nostre referenti, che hanno la gestione di oltre 6000 adozioni. E’ importante toccare con mano le reali condizioni di questo paese proprio per rendersi conto della reale necessità di aiuto e di come l’adozione si concretizzi nel supporto scolastico e di vita del bambino e spesso anche della sua famiglia.