Italia

Immigrati in fila con un sogno di legalità

Ore interminabili di fila, notti all’addiaccio, pasti e bevande calde distribuiti da Caritas, volontari e protezione civile, staffette con parenti e amici per alleggerire almeno in parte la pesantezza della lunga attesa. In molti casi è andata così, anche quest’anno, la consegna ai 6.244 uffici postali abilitati delle domande di assunzione degli immigrati per regolarizzare la loro posizione in Italia, sulla base del decreto flussi che prevede per il 2006 la quota massima di 170.000 lavoratori stranieri non comunitari. Ad aggiudicarsi questi posti saranno letteralmente i primi arrivati nella consegna dei moduli, lasciando a bocca asciutta centinaia di migliaia di esclusi: basti pensare che dopo tre ore dall’apertura degli uffici erano già state presentate 500.000 domande. Ecco i commenti di chi è stato a fianco degli immigrati in queste ore.

“SERVONO QUOTE PIÙ ADEGUATE”. Le resse di immigrati “ci sono sempre state e continueranno a esserci, se non ci saranno possibilità di quote adeguate alle esigenze dei diversi contesti territoriali, se le quote verranno considerate da molti (italiani e, purtroppo, anche immigrati) un’occasione di sfruttamento e se non si porrà mano ad alcune modifiche normative”: lo afferma in un comunicato la CARITAS ITALIANA, che cerca di vedere anche alcuni aspetti positivi: “Gli immigrati hanno un grande desiderio di legalità. Con queste code agli uffici postali dimostrano che vogliono uscire allo scoperto, sanando non poche situazioni di irregolarità”. “Ogni anno nasce questa psicosi delle quote – rileva la Caritas – ma occorre ricordare che se una persona non riesce a entrare quest’anno in Italia, forse entrerà l’anno prossimo, o anche nel corso dello stesso anno se si interverrà con quote supplementari”.

Per il futuro, la Caritas auspica un miglioramento della legge “per attuare procedure più agevoli e rispondere alle esigenze fondate di famiglie e di aziende”.

Si potrebbero prevedere, ad esempio, “lavoratori stagionali anche per il servizio familiare o ripristinare il permesso per la ricerca del posto di lavoro”.

Ma la Caritas condanna soprattutto “l’esecrabile fenomeno dell’accaparramento dei moduli presso gli uffici postali: si è verificata una incetta organizzata dei kit, a scopo di lucro, che merita una condanna senza attenuanti”.

CODE PREVEDIBILI, PROPOSTE ALTERNATIVE. “Erano prevedibili le lunghe file notturne e al freddo di stranieri davanti agli uffici postali per regolarizzare la loro posizione nel nostro Paese”. È rattristato ma non sorpreso padre Bruno Mioli, direttore nazionale per la pastorale degli immigrati della FONDAZIONE MIGRANTES. “Proposte alternative per evitare queste lunghe file erano state a tempo debito presentate – ricorda padre Mioli – ma purtroppo non sono state accolte”.Secondo il neoeletto presidente nazionale delle ACLI, Andrea Olivero, “i decreti flussi sono divenuti purtroppo una lotteria. Le quote ancora esigue determinano la corsa ad accaparrarsi i primi posti per sperare di vincerla”. A suo avviso, il ministero dell’Interno avrebbe potuto usare “le recenti convenzioni firmate con l’Anci, le Poste italiane e i Patronati. La qualità dell’accoglienza che dimostriamo di fronte a questi nuovi cittadini sarà la misura della nostra credibilità nel chiedere loro l’integrazione nei nostri territori”.

NELLE DIOCESI: IN UMBRIA AD ESEMPIO… “Una lunga notte in fila per una ingiusta e vergognosa attesa”: è il commento delle CARITAS PARROCCHIALI DI PERUGIA – CITTÀ DELLA PIEVE, invitate dal loro arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti a prestare assistenza alle persone immigrate. Parroci e volontari si sono attivati per la distribuzione di coperte, pasti e bevande calde, ma soprattutto per dare il cambio alle persone in fila, compresi datori di lavoro, parenti o amici degli immigrati. Il Centro di ascolto, ad esempio, ha aiutato più di 400 persone nella compilazione della domanda. Nella frazione di Sant’Egidio, invece, il parroco, don Giacomo Rossi, ha tenuto aperta la chiesa e i locali della canonica nei pressi dell’ufficio postale per permettere alla gente un riparo temporaneo durante la gelida notte. Alcune famiglie hanno anche ospitato in casa alcune persone. Una collaboratrice dell’ufficio stampa della Caritas di Perugia, Valentina Bruno, ha passato la notte intera in fila, constatando una “grande solidarietà”: “La notte è stata lunga – ha detto – ma è riuscita a far comprendere l’importanza che può avere per la vita di una famiglia italiana il supporto di un immigrato, che diventa parte della propria famiglia. E viceversa per chi arriva in Italia, che scopre di essere necessario agli italiani”. A Spoleto gli operatori della Caritas hanno distribuito bevande e pasti caldi e sostegno alle famiglie nella compilazione dei moduli.

Anche a Modena, la Caritas è intervenuta per assistere le persone in coda. a cura di Patrizia Caiffa