Italia

Famiglia, i costi del futuro

“Famiglia, quanto mi costi? Fare famiglia, scelta responsabile e … costosa” è stato il tema del convegno di studio promosso la scorsa settimana a Roma, nella sede del Cnel, dal Forum delle Associazioni Familiari insieme all’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, per celebrare con un momento di riflessione la “Giornata Internazionale della Famiglia” (15 maggio) proclamata dall’Onu e giunta alla XIII edizione. Nella maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale – spiegano al Forum – “la spesa dei figli è, in misura considerevole, a carico delle istituzioni, perché le nuove generazioni sono considerate un bene comune di cui tutta la società si fa carico. In Italia invece permane una cultura del figlio come bene privato, i cui costi restano quasi totalmente a carico della famiglia”. Nel convegno si è così parlato dei dati statistici ed economici fondamentali che riguardano le famiglie, di politiche “family friendly” da parte degli enti locali, di prospettive per le legislazioni sociali nel nostro paese. Il Forum delle Associazioni Familiari, promotore dell’evento, ha sottolineato che il “Manifesto politico” contenente i punti qualificanti di politiche familiari avanzate da realizzare nella legislatura che si è da poco aperta è stato firmato da 62 deputati e da 48 senatori in maniera bipartisan. FAMIGLIE POLVERIZZATE E IN CAMBIAMENTO – “La dimensione della famiglia media ha registrato un calo in tutto il mondo; i giovani si sposano ad un’età avanzata; l’età media delle madri al loro primo figlio si è innalzata; la mortalità infantile ha registrato una diminuzione e le coppie hanno meno figli. La famiglia tradizionale allargata viene sostituita dalla famiglia nucleare forme alternative di unione sono diventate più comuni, ad esempio la convivenza senza il matrimonio i casi di divorzio sono aumentati … la pandemia dell’Hiv/Aids sta distruggendo le famiglie, spesso privando i bambini dei loro genitori e lasciandone la cura ai nonni”: son o brani di una dichiarazione della Segreteria generale dell’Onu, diffusa in occasione della Giornata Internazionale delle famiglie 2006, da cui emerge il rapido e profondo percorso di trasformazione che l’istituzione familiare tra attraversando in questi ultimi decenni a livello mondiale. Nel leggere e commentare questo documento, in apertura del convegno, l’avv. GIUSEPPE BARBARO , del Forum delle famiglie, ha sottolineato che oggi “si tratta di assicurare alla famiglia la centralità che si merita quale struttura portante della nostra società”.

ALTO IL COSTO DI “ACCRESCIMENTO” DEI FIGLI – “Il costo di ‘mantenimento’ di un bambino con meno di 6 anni accresce di circa il 20 per cento le spese di una coppia senza figli, cioè equivale al 38,7 per cento del costo di un adulto equivalente, per una cifra stimata di base di 252 euro. Tali livelli salgono al crescere dell’età e comunque non comprendono il ‘costo di accrescimento’ di un figlio, cui invece fanno capo oltre al mantenimento puro e semplice altri costi variabili, di tipo formativo, culturale, relazionale, oltre al tempo ‘speso’ dai genitori per stare col figlio e quindi sottratto ad altre occupazioni”: lo ha detto al convegno l’economista dell’università di Verona FEDERICO PERALI, che ha presentato una relazione sui ‘costi’ del fare famiglia. Secondo il vice-presidente del Cnel, GIUSEPPE ACOCELLA, “la famiglia mantiene la sua centralità nonostante i diversi modelli che si profilano. E’ un concetto che va difeso e promosso ad ogni livello”. Il direttore generale del ministero del lavoro GIOVANNI DAVERIO, ha invece sottolineato che “è necessario dedicarsi a politiche sociali e del lavoro che rendano possibile alla famiglia di esplicare i propri compiti con maggiore efficacia e flessibilità”. FRANCESCO BELLETTI , direttore del Cisf (Centro internazionale studi famiglia), che ha coordinato una ricerca sulle politiche familiari (cfr. SIR n. 34/2006, pagg. 11-12), ha affermato che “spesso oggi chi chiede aiu to ai comuni si trova già in una situazione di avanzata marginalità sociale. Arriva quindi quando il peggio è già sopraggiunto e ormai si possono porre solo dei rimedi, non risolvere per tempo i problemi”.

ALLA RICERCA DELL’ “EQUITA’” TRA LE GENERAZIONI – “A questo punto il costo dei figli è una scelta politica, in quanto non c’è più equità fra le generazioni. I giovani ricevono molto meno di ciò che gli spetta, a vantaggio degli anziani che godono di pensioni elevate”: lo ha detto il prof. PIERPAOLO DONATI , durante il convegno “Famiglia, quanto mi costi?” nel quale ha presentato una riflessione sulle “buone pratiche nelle politiche familiari”. “In Italia – ha proseguito – siamo sotto di 1 punto percentuale sul Pil rispetto a ciò che a livello europeo si destina alle famiglie con figli. Perciò la scelta è politica e comporta un trasferimento di risorse dalle pensioni, cominciando dalle più alte, ai redditi delle famiglie con figli, con adeguati strumenti di politiche sociali. Già qualcosa si fa a livello di comunità locali, ma qui si tratta di agire sulle variabili ‘macro’ piuttosto che su quelle ‘micro’”. Secondo Donati, “oggi il rischio sociale è che il bambino sia vissuto e percepito come un bene di consumo, piuttosto che relazionale e di investimento. Così i Paesi ricchi stanno distruggendo la famiglia e il proprio ricambio generazionale”. Per lo studioso, invece, i figli “dovrebbero essere considerati ‘beni meritori’ e di tipo ‘relazionale’”, quindi un “investimento” non solo per la famiglia, “ma per tutta la società” che con essi punta al proprio futuro.A CURA DI LUIGI CRIMELLA