Italia
Don Chiavacci: Votare «no» è un dovere morale
Le modifiche oggi sottoposte al referendum riguardano la seconda parte: i poteri dello Stato, che sono sostanzialmente tre.
Il potere legislativo: fare leggi che attuino al meglio le finalità costituzionali. Esse potranno variare al variare delle diverse situazioni storiche in cui la Costituzione deve essere attuata: la Costituzione è la legge per il legislatore, a cui impone direzioni e limiti. Il legislatore è solo il parlamento.
Il potere esecutivo: fare osservare le leggi, stabilirne i regolamenti attuativi e costituire le strutture punitive per i violatori, governare la finanza pubblica con le finalità e i limiti stabiliti dalle leggi. Tale potere spetta al governo.
Il potere giudiziario: giudicare se le leggi siano state violate, e punire i trasgressori nei modi stabiliti dalla legge.
Vi è poi, in ogni Stato democratico moderno, una Corte suprema da noi la Corte Costituzionale che deve giudicare inappellabilmente il rispetto delle direttive e dei limiti imposti dalla Costituzione ai singoli poteri, ed eventualmente dirimerne le controversie. Nei Paesi, come l’Italia, in cui alcuni poteri siano esercitati dalle regioni, dovrà dirimere le controversie fra poteri locali e poteri dello Stato.
Il Presidente è inoltre il capo delle forze armate e presiede il Consiglio superiore di difesa. Ha il potere di nomina di alcuni membri della Corte costituzionale e di alcuni senatori a vita.
– Il Presidente della Repubblica non nomina i ministri: li nomina il presidente del Consiglio, che ora dovrebbe cambiare nome in Primo Ministro’. Modifica indicatrice di un profondo cambiamento. Salvo casi eccezionali, il Presidente della Repubblica non ha più il potere di sciogliere le Camere: anche questo passa al Primo Ministro.
2 – Le regioni hanno potestà legislativa esclusiva su assistenza e organizzazione sanitaria e su organizzazione e programmi scolastici: sanità e scuola sono due diritti essenziali per ogni cittadino (e per ogni essere umano qui residente) che devono essere garantiti e regolati per tutti nello stesso modo e nella stessa misura. Cade il principio degli inderogabili doveri di solidarietà’ di ciascun cittadino verso tutti: tali doveri sarebbero attuati in maniera diversa da regione a regione.
Si noti infine che questo referendum deve esser votato in blocco: non si può votare solo perché ci piace un punto o una parte. È strettamente doveroso considerarlo nel suo insieme: approvare le modifiche proposte vuol dire approvarle tutte.
Ed è seria opinione di chi scrive questi brevi cenni che la Chiesa italiana non possa dichiararsi neutrale’ di fronte allo scardinamento sistematico di una Costituzione che tutela gli inalienabili diritti di libertà e gli inderogabili doveri di solidarietà di ciascuno verso tutti. Queste nostre righe potranno aiutare, si spera, a comprendere meglio quale sia la posta in gioco, ben al di sopra di divisioni fra partiti o gruppi o maggioranze e minoranze varie.