Italia

Duecento domande ferme all’Istituto della Resistenza

di Ennio CicaliL’Istituto storico della Resistenza in Toscana è «un’associazione aperta a tutti – spiega il presidente Ivano Tognarini –. Sono previste modifiche di funzionamento, di regolamenti che ostacolano il nostro lavoro, una maggiore presenza degli enti locali, con cui abbiamo un rapporto organico. Al momento non c’è un rappresentante del Comune e della Provincia di Firenze, c’è un solo rappresentante dei sette istituti provinciali toscani della resistenza. Le modifiche non snaturano il carattere dell’istituto».

Molte sono state le questioni sollevate negli ultimi tempi sull’Istituto. Per questo abbiamo rivolto alcune domande a Tognarini.

Una contestazione riguarda l’impegno culturale dell’Istituto. Si dice che l’attuale consiglio non è in grado di gestire l’immenso patrimonio a disposizione. È vero?

«I mezzi che abbiamo sono quello che sono. Siamo un istituto culturale ed è notorio che in Italia istituti simili vivono in maniera assolutamente grama. E’ stato affermato che dal ‘65 a oggi, cioè in 40 anni, sono stati pubblicati 5 volumi, una media di un volume ogni otto anni. Vorrei far notare che solo nell’ultimo anno abbiamo pubblicato cinque volumi».

Arriviamo alle duecento domande di nuovi soci in attesa di essere esaminate…

«Altra enorme bugia. Le domande non sono ferme da due anni, ma da un anno poco più: cento sono arrivate nel giugno 2005, un altro centinaio alla fine di settembre. Per un istituto che ha poco più di 200 soci effettivi e un numero figurativo di 180, trovarsi 200 domande a valanga ha creato dei problemi. Molte domande erano imperfette: non avevano firme dei presentatori, oppure erano illeggibili, non avevano motivazioni. Abbiamo istituito una commissione per esaminarle una per una. Un lavoro che ha richiesto del tempo. Il consiglio ha avuto all’ordine del giorno questo punto per cinque riunioni, ma solo in poco più di due si è raggiunto il numero legale, in altre due il numero legale è venuto meno dopo avere discusso i primi due o tre punti all’ordine del giorno».

Lo strano è che tra le domande giacenti ci sono molti esponenti della politica e della cultura, tra questi molti cattolici…

«Il sottoscritto ha visto molto di buon occhio queste nuove adesioni. Credo di essere stato il primo ad avere posto il problema della presenza cattolica nell’istituto».

Allora non temete infiltrazioni…

«No, sono domande di personalità che qualificano l’istituto. Però, abbiamo il dovere di controllare, di fare un’attenta valutazione».

Ma le domande sono presentate da due soci.

«Vero, ma non tutte sono conformi. Prima di avere visto i nomi, siamo rimasti sorpresi, l’istituto esiste da 50 anni e all’improvviso duecento persone sentono il bisogno di aderire. Ci siamo chiesti cosa sta succedendo».

È la riscoperta della Resistenza?

«Certamente è un fatto positivo. Mi sono impegnato anche pubblicamente a risolvere questo problema. L’ho portato in consiglio il 9 giugno scorso, ma quando siamo arrivati a questo punto dell’ordine del giorno alcuni signori, di quelli che vanno a dire queste cose, si sono alzati e sono andati via e ci hanno fatto mancare il numero legale. Così vanno le cose».

Le vicende dell’istituto sembrano essere un fatto politico. Quali sono le reazioni delle istituzioni, delle forze politiche che si rifanno alla Resistenza?

«In realtà non si tratta di un fatto politico, non ci sono conflitti tra le diverse componenti politiche».

E le istituzioni. La Regione che è impegnata a sostenere l’istituto, si è fatta sentire?

«Non abbiamo sentito le istituzioni in negativo, anzi intratteniamo un rapporto positivo, abbiamo fatto passi da gigante in questi anni. Dalla Regione riceviamo un contributo annuo di 130 mila euro, sempre con la Regione abbiamo firmato un protocollo, il primo e l’unico in Toscana e in Italia, che riconosce l’istituto come il soggetto e la memoria storica dell’unità dell’antifascismo toscano. Questi sono dati di fatto, anche se la strada da percorrere è ancora lunga».

Scontro al vertice sul futuro dell’Istituto della Resistenza