Italia

Editoria, settimanali a rischio con i tagli di Bersani

Il decreto Bersani emanato nei giorni scorsi dal Governo Prodi prevede misure che impongono tagli alle spese in diverse direzioni. Alcuni colpiscono anche il mondo dell’editoria e dell’informazione. Per l’anno 2006 i contributi previsti dovrebbero rimanere invariati, anche se a fronte di un fabbisogno di circa 140 milioni di euro, la Finanziaria ne ha previsti 98. Ma per il 2007 e il 2008 i tagli ammonteranno a 50 milioni di euro per anno che si sommerebbero ai 42 mancanti per il 2006.

Si tratta di interventi pesanti che penalizzano anche i settimanali aderenti alla Fisc. I tagli potrebbero colpire infatti sia i contributi diretti alle varie testate, sia quelli indiretti che si sostanziano in interventi dello Stato presso enti che erogano servizi a costi agevolati, per esempio Poste Italiane.

La Fisc, in sintonia con la Mediacoop e i media non profit con i quali collabora da tempo, esprime la propria forte preoccupazione per i minori contributi che verranno erogati negli anni a venire.

Il servizio di informazione sul territorio che i settimanali cattolici locali svolgono da lunghissimi anni, il contributo al dibattito e al confronto che portano all’interno del Paese va sostenuto e non mortificato. La pluralità di voci che rende effettiva quella democrazia informativa che da sempre e da più parti viene invocata non può e non deve essere messa in discussione da tagli indiscriminati che colpiscono tutti in maniera indistinta.

Sono finiti i tempi di elargire contributi a pioggia. Oggi è il momento di intraprendere «un’opera di pulizia, distinguendo tra operatori veri della comunicazione e coloro che si annidano nel comparto con l’intento esclusivo di accedere ai sostegni pubblici», come è stato ricordato in maniera ampia e condivisa nella recente assemblea nazionale di Mediacoop, svoltasi a Roma il 7 luglio scorso, a cui anche la Fisc ha partecipato. Ma è anche tempo di dare vita ad un nuovo disegno di legge di riforma dell’editoria che dovrebbe perseguire alcuni obiettivi essenziali, tra cui quello di distinguere tra veri giornali d’informazione che garantiscono pluralismo e democrazia sul territorio e testate di altro genere.

I 160 periodici che rappresentiamo significano un milione di copie ogni settimana. Non si tratta di una realtà qualunque, ma di una significativa presenza nel Paese che ha lunghe tradizioni, antiche origini e forti radicamenti nel territorio. Mortificare questa presenza vorrebbe dire togliere voce a chi non dispone delle risorse economiche dei grandi gruppi editoriali. Si privilegino, allora, i contributi diretti rispetto a quelli indiretti a chi effettivamente svolge un servizio informativo che in ambito locale è ancora molto gradito e ricercato sulla carta stampata, come conferma il gradimento che ci assegnano i nostri lettori e i nostri abbonati.La Federazione italiana settimanali cattolici