Italia

Nella crisi del Welfare l’espansione del no profit

di Daniela SchipaL’Osservatorio giuridico legislativo (Ogl) della Conferenza episcopale toscana ha promosso mercoledì scorso alla fondazione Spazio Reale di San Donnino (Firenze) un seminario sugli enti no profit dal titolo: «Caratteristiche e sfide delle imprese non profit. Gli enti ecclesiastici tra liberalità e vincoli». Questa conferenza ha dato un particolare sguardo agli enti di natura ecclesiastica, sia per mettere a fuoco le sfide che il no profit oggi si trova ad affrontare sul piano identitario e operativo (il no profit è un mezzo, uno strumento, ma il fine è rappresentato dagli obiettivi perseguiti e dall’interesse generale) sia per fare il punto sugli aspetti tributari, con particolare attenzione alle diverse agevolazioni relative alle sponsorizzazioni e alle offerte liberali. Tra i partecipanti, l’Ordine dei commercialisti di Firenze.

L’Ogl è lo strumento delle diocesi toscane a servizio degli enti ecclesiastici e delle molteplici opere e servizi d’ispirazione cristiana, costituito per verificare i contenuti e la portata (diritti, doveri, opportunità) di leggi, piani, norme. Si propone, tra le altre cose, di favorire la conoscenza degli atti della Regione Toscana da parte della comunità ecclesiale, elabora valutazioni e proposte per gli aspetti attinenti la missione della Chiesa nella società toscana. Responsabile per l’Ogl è il vescovo ausiliare di Firenze Claudio Maniago il quale ha asserito «L’Ogl è un servizio che accompagna e sostiene il rapporto tra Chiesa e istituzioni civili della Regione Toscana. L’osservatorio è stato fortemente voluto per dare la possibilità di un contributo attivo al territorio da parte della Chiesa e per ridare alla comunità cristiana un protagonismo in vista del bene comune». Don Giovanni Momigli, incaricato della Cet per l’Ogl, ha presentato e moderato il seminario.

Tra i tanti aspetti di carattere economico affrontati, particolarmente interessante l’intervento di Antonio Paolucci (Accademico dei lincei, già Ministro dei Beni Culturali e Sovrintendente) rivolto alla valorizzazione dei beni culturali ecclesiali. Paolucci ha descritto l’importanza di riacquistare e ridare valenza al termine identità: «Venendo da Firenze , attraversare la piana sembra di addentrarsi in Springfield o Singapore, poi appare la pieve di San Donnino che in qualche modo ci rimanda al Brunelleschi, e il museo di arte sacra con Domenico Ghirlandaio ci ricorda la fiorentinità. È questa l’identità».

Come sosteneva Pier Paolo Pasolini, ha aggiunto Paolucci, «la Chiesa ha il merito di aver coltivato la pietà e conservato la memoria, non c’è angolo d’Italia dove non vi siano luoghi di culto.L’Italia è caratterizzata dalla presenza diffusa di musei, il no profit potrebbe addentrarsi nella gestione di questi». La proposta di Paolucci sarebbe quella di creare una struttura per tenere aperti diversi musei contemporaneamente. Un intervento tecnico quello di Luca Enrico Maria Degan sugli enti del no profit; Edoardo Patriarca (esperto del terzo settore) ha illustraro i cambiamenti e i rischi del no profit: «L’emersione del no profit è frutto di una crisi del Welfare, e dalla crisi delle rappresentanze.Il volontariato si moltiplica nei decenni, quello che deve costruire e privilegiare è un incremento nelle relazioni sul territorio più che cercare canali relazionali con le istituzioni, l’auspicio è che si apra una nuova stagione in cui ci sia una fiscalità promozionale nei confronti degli enti no profit per ridurre la dipendenza dalle istituzioni pubbliche».