Italia
Famiglia, conferenza di Firenze: tutti aspettano un piano
FIRENZE, 26 MAG – Si è conclusa con una festa con i bambini la tre giorni di Conferenza nazionale a Firenze. “Sono state giornate di grande lavoro – ha detto il ministro Rosy Bindi – ma molto serene. Ho visto uno spirito costruttivo da parte di tutti. Sulla famiglia è tornato un clima di dialogo. E, come aveva chiesto il Presidente della Repubblica all’inizio della Conferenza, sulla famiglia il Paese si deve unire e non dividere. Pare ora che ci siano le condizioni per farlo”. La festa è stata organizzata da Comune e Regione in Piazza Santissima Annunziata, nel centro storico di Firenze, davanti alla storica sede dell’Istituto degli Innocenti. C’erano giocolieri, clown, prestigiatori che hanno fatto giocare i bambini. Il ministro, al suo arrivo nella piazza, è stato accolto da un giocoliere che l’ha abbracciata e coinvolta in un gioco collettivo.Per tre giorni, ministri, politici, esperti e associazioni, si sono confrontati sulla famiglia, nella prima Conferenza nazionale, voluta dal ministro Rosy Bindi a Firenze (24-26 maggio) e inaugurata dal capo dello Stato con un forte invito a cattolici e laici a superare le divisioni. Grande l’attesa per un piano concreto d’azione per la famiglia che dovrebbe scaturire da questi tre giorni di dibattito. Ecco la nostra diretta dalla Conferenza con una sintesi dei principali interventi.
Oltre 2 mila iscritti, un centinaio di relatori, dieci gruppi di studio, l’evento, organizzato da Rosy Bindi, è stato inaugurato a Palazzo Vecchio dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Anche se, stando al programma, parteciperanno alla conferenza nove ministri (oltre a Bindi, Amato, Damiano, Di Pietro, Fioroni, Melandri, Padoa-Schioppa, Turco, Pollastrini) ed un sottosegretario (Visco) a poche ore dall’inizio del confronto e a tenere banco erano ancora le polemiche che hanno accompagnato la preparazione della Conferenza, relative alla decisione del ministro Bindi di non invitare le organizzazioni delle famiglie di fatto e dei gay.
Il ministro Pollastrini, pur intervenendo, sottolinea “di essere dispiaciuta perché qualcuno sia stato escluso. Rimango convinta che investire sulla famiglia significhi, innanzitutto, investire sui diritti di cittadinanza delle persone e sulle loro libertà. Proprio per questo non c’é alcuna contraddizione tra il sostegno alle famiglie e l’ allargamento dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini anche con proposte di legge come quella sui Dico”. Pesa l’assenza di due ministri, Bonino e Ferrero. In particolare, di quest’ultimo a cui spetta il coordinamento delle politiche sociali. Per Ferrero, dalla Conferenza giunge un “messaggio di discriminazione”.
Per conto del suo ministero interverranno il direttore generale dell’inclusione sociale Raffaele Tangorra ed il vice capo di gabinetto Isabella Menichini. Altri no alla partecipazione sono giunti, ancora oggi, da Enrico Boselli, segretario dello Sdi, secondo il quale “Bisogna smetterla di immaginare conferenze che sono per metà dello Stato italiano e per metà dello Stato Vaticano”. Il capogruppo della Rosa nel Pugno alla Camera, Roberto Villetti, é più esplicito: “Alla Conferenza non parteciperanno né i socialisti né i radicali, come altri gruppi parlamentari e partiti laici, perché è stata operata un’inaccettabile ed odiosa discriminazione verso le associazioni degli omosessuali”. Assenti anche le parlamentari del Prc e la sinistra dell’Unione. Sull’assenza della Cei, Bindi chiarisce: ‘dalla Cei non c’é stato un no. Il presidente della Cei che avevo invitato con il Cardinale Antonelli mi ha scritto una lettera molto cordiale per augurarci buon lavoro. La Cei sarà rappresentata dal Cardinale di Firenze, visto che in questi giorni tutti i vescovi italiani sono impegnati nella loro Assemblea generale”.
Sull’assenza di Ferrero, Bindi osserva: “Quella di Firenze non è la mia conferenza ma la conferenza del Governo. Avrei auspicato la presenza di Ferrero. Quando ci sono il presidente della Repubblica ed il presidente del Consiglio la scelta di tenersi fuori la fa chi non partecipa, non chi aderisce”.
Per il ministro Melandri, la Conferenza è un “momento importante promosso dal governo per discutere concretamente, al di fuori della retorica, delle politiche a sostegno della famiglia”. Intanto, le organizzazioni avanzano le loro richieste. Il Forum delle associazioni familiari intende presentare una pdl di riforma dei consultori che, fra l’altro, prevede un assegno alle donne indigenti che rinunciano di abortire. Quoziente familiare, assegno di maternità, sgravi fiscali per le giovani coppie sono fra le priorità indicate dall’Azione cattolica. Per sabato, ultimo giorno della Conferenza, è confermato il sit-in di ‘Facciamo breccia’, una rete di organizzazioni gay. (ANSA).
Ma il capo dello Stato va oltre alla semplice rivendicazione del diritto all’uguaglianza, ricordando che ogni tipo di unione basata sull’affetto ha un valore sociale: “Tutte le solidarietà e le corresponsabilità che nascano da stabili rapporti di affetto e di reciproco rispetto costituiscono una realtà da considerare significativa, sotto il profilo della convivenza civile e della questione sociale”. Ovviamente Napolitano non cita il discusso ddl sui Dico all’esame del Senato, tuttavia a pochi passi da Rosy Bindi, rilancia il ruolo che le Camere possono svolgere alla ricerca di una soluzione condivisa, pur sempre nel rispetto delle sensibilità della Chiesa e del mondo cattolico: “Su questi problemi si deve impegnare il Parlamento – sottolinea – le istituzioni rappresentative dello Stato democratico nel pieno e sereno esercizio dell’autonomia sancita dalla Costituzione e nell’attento e serio ascolto alle preoccupazioni e dei contributi di pensiero che possono venire dalla Chiesa e dalle organizzazioni cattoliche, come da ogni altra componente della società civile”.
Ma la questione della famiglia in Italia non si risolve nella regolamentazione delle unioni di fatto. Per questa ragione, Napolitano apre il suo intervento richiamando tutte le componenti della società italiana a “favorire e sostenere la famiglia”, impegno che definisce “ineludibile”, sancito dalla prima parte della Costituzione, “mai messa in discussione per cui da ritenersi condivisa”. Ma anche la Carta, ammonisce il presidente della Repubblica, venne compiutamente attuata solo nel ’75 in occasione dell’approvazione del diritto di famiglia. “Allora grandi personalità come Nilde Iotti e Maria Eletta Martini, portatrici di tradizioni culturali diverse, contribuirono a costruire un largo consenso finale”. Grazie a loro, ricorda Napolitano, si votò una riforma grazie alla quale, “ci si adeguò alla Costituzione e insieme ai tempi nuovi”. In fondo, è il ragionamento presidenziale, anche oggi come allora, se si evitano “spartiacque ideologici” è possibile giungere a soluzioni condivise. (Marcello Campo – Ansa)
ONOFRI (ECONOMISTA), «ALCUNI PUNTI IRRINUNCIABILI DA PERSEGUIRE SUBITO»
25 MAGGIO – Trasferimenti alle famiglie, sgravi fiscali mirati a creare condizioni di equità di trattamento di fronte all’ammontare elevato di spese necessarie cui le famiglie incorrono e la predisposizione di servizi che assistano le famiglie all’interno delle quali occorrono lavori di cura sia per i minori sia per gli anziani sono, secondo Paolo Onofri, docente di Politiche economiche all’Università di Bologna, interventi necessari, ma che si scontrano con i vincoli di bilancio pubblico. Si tratta ha spiegato nella relazione per la sessione Famiglie e risorse’, tenuta stamattina nell’ambito della Conferenza governativa di Firenze – di interventi spesso promessi e altrettanto spesso abbozzati senza alcun ridisegno dell’esistente e con quasi impercettibili incrementi delle erogazioni correnti lungo i canali esistenti. Per Onofri, riforma radicale degli assegni per i minori, ristrutturazione dell’imposizione sulla casa e sugli affitti, piano triennale di dimensione consistente per gli asili nido e piano quinquennale per l’andata a regime di un sistema di assistenza alla non autosufficienza sono punti irrinunciabili che si dovranno perseguire sin da subito dando a essi una dimensione piena e non una progressività così cauta che non riesce a sposare adozione del provvedimento e incidenza positiva del medesimo sulle vita quotidiana delle famiglie.
BOSI (ECONOMISTA), «IL MODELLO ITALIANO DI WELFARE VA MUTATO»
26 MAGGIO – “Mi chiedo perché ci sia tanta chiusura verso i diritti dei conviventi”. Se lo chiede il ministro dell’Interno Giuliano Amato che, dalla conferenza nazionale della famiglia, di fronte ad una platea e al premier Romano Prodi, dice: “Sarò sempre il primo a difendere il valore della famiglia fondata sul matrimonio, ma non possiamo chiuderci ed alzare i ponti levatoi” ed aprirsi ad un confronto. In un discorso applaudito dalla platea della Conferenza, il ministro Amato, sottolineando i cambiamenti culturali e confrontando la famiglia italiana degli anni ’60, ha tenuto a dire che ”non si può chiudere un confronto solo per paura del male che si può ricavare”. Ma anzi, il confronto è necessario proprio perché serve “contenere quel male e arrivare al bene”. “Mi chiedo quindi perché un atteggiamento di chiusura verso i diritti dei conviventi. So che c’é un problema, so che c’é un limite. Ma non possiamo chiuderci, alzare ponti levatoi”. Il ministro ha quindi fatto l’esempio del testamento biologico: “perché fermarci di fronte al testamento biologico per paura di superare il limite?”. “Ci vuole coraggio – ha osservato Amato – su un terreno di intese comuni”. (ANSA).
PRODI, PRECARIATO DISTRUGGE GIOVANI, ORA SI CAMBIA
BINDI: DA PRODI FORTE E REALE IMPEGNO; TROVARE SINTESI CON DIRITTI DELLE PERSONE