Italia
Stragi naziste, la Cassazione conferma le condanne per Sant’Anna di Stazzema
La Cassazione chiude la pagina giudiziaria sulla strage di S. Anna di Stazzema, la più cruenta compiuta in Italia dalle SS, e conferma i tre ergastoli per l’ ufficiale e i due sottufficiali tedeschi che il 12 agosto del 1944 ordinarono le esecuzioni di 564 persone nel paesino in provincia di Lucca. Il pronunciamento della Suprema Corte, arrivato giovedì 8 novembre, affida alla storia le responsabilità di uno dei crimini più feroci messi in atto dagli uomini di Hitler ma rappresenta un faro anche per gli altri processi avviati e condotti con lo stesso criterio dalla magistratura militare sugli eccidi nazisti, tra cui quello di Marzabotto, arrivato all’appello. Tutt’altra questione sarebbe stata se la prima sezione penale avesse accolto le richieste del Pg militare Vittorio Garino: annullare gli ergastoli e far celebrare un nuovo processo.
Sono bastate un paio d’ ore di camera di consiglio al collegio presieduto da Torquato Gemelli, per rendere definitive le condanne a vita inflitte il 21 novembre 2006 dalla Corte di Appello militare di Roma (confermando la sentenza del 2005 del tribunale militare di La Spezia) all’ufficiale Gerhard Sommer, 86 anni, e ai sottufficiali Georg Rauch e Karl Gropler, di 86 e 84 anni, che oggi vivono in Germania. Il Pg, con una requisitoria che ha provocato forti preoccupazioni, aveva sostenuto che non c’era la prova della loro presenza a S. Anna e, soprattutto, che il processo d’ appello era da rifare perché i quattro soldati semplici sentiti come testimoni andavano indagati per aver partecipato alla strage di civili (donne, vecchi e bambini, tra cui un piccolo di 20 giorni). La procura militare di La Spezia, invece, aveva deciso di rinviare a giudizio solo gli ufficiali e i sottufficiali, ritenendo “non imputabili” i soldati.
In Cassazione, ad attendere il verdetto c’era anche una delegazione dei 52 superstiti. Mauro Pieri, uno di loro, aveva 12 anni quando vide morire la mamma,una sorella di 10 anni e due fratelli di 9 e 3, e si salvò tra i cadaveri perché fu creduto morto. “Dopo 63 anni non potevamo essere più contenti” ha commentato dopo aver abbracciato il sindaco di S. Anna. Il primo cittadino del paesino, Michele Silicani, ha pianto alla lettura della sentenza:”Abbiamo vinto. Finalmente la storia può essere consegnata ai giovani. Provo una gioia profonda per la mia gente”. Silicani ha scritto al presidente della Repubblica, al premier e ai presidenti di Camera e Senato per comunicare “la grande soddisfazione che vede consegnata alla giustizia e alla verità una pietra miliare del nostro Stato repubblicano: S. Anna di Stazzema”. Napolitano è stato invitato a S. Anna nel 60/mo anniversario dell’ entrata in vigore della Costituzione. Claudio Martini, presidente della Toscana, dice che dopo tanti anni “é stata fatta giustizia e chiarezza”.
Per Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale della Toscana, “la sentenza è un monito fondamentale per il futuro e per i giovani”. E se il sindaco di La Spezia plaude al “grande impegno e passione civile” del procuratore militare Marco De Paolis, l’associazione dei familiari delle vittime di Marzabotto esulta perché “l’ aspettativa dei cittadini verso una giustizia non è illusoria e una magistratura realmente indipendente e autonoma è una garanzia per tutti”. Univoci i commenti del mondo politico. “Giustizia è fatta” ha detto Francesco Ferrante (Pd). Fabio Evangelisti (Idv) considera “ben riposta la fiducia nei confronti dei giudici”. “Trionfa la giustizia” sottolinea Pino Sgobio (Pdci) mentre Giovanni Russo Spena (Prc) ritiene “fondamentale essere arrivati all’accertamento delle responsabilità “. E mentre Carlo Leoni (Sd) considera ‘ancora giusto dopo tanti anni perseguire i colpevoli non per vendetta ma per amore di verità ” il ministro Vannino Chiti si dice soddisfatto perché la sentenza “ristabilisce una giustizia chiara per coloro che furono vittime di un inutile terrore”.