Italia
Caso Englaro, la vita è un bene indisponibile
di Andrea Bernardini
La discussione sulle dichiarazioni anticipate di trattamento è iniziata mercoledì in commissione sanità al Senato. Sabato scorso, intanto, il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, intervenendo a Viareggio al Festival della salute, in un dibattito con Mina Welby (nella foto il marito) e Beppino Englaro ha pronosticato che alla fine il Parlamento una legge in materia riuscirà a partorirla. Una legge che dovrà servire secondo la Roccella a evitare in futuro altre sentenze come quella della Cassazione sul caso Englaro, e a fissare alcuni princìpi. Il primo: che la dichiarazione anticipata di trattamento sia scritta e autenticata, perché le volontà del paziente «non si possono ricostruire sulla base di testimonianze o addirittura sugli stili di vita, come dice quella sentenza». E poi: l’idratazione e la nutrizione «non devono essere considerati trattamenti sanitari» perché «se si considera il mangiare ed il bere come un trattamento sanitario si aprono vere e proprie voragini». Infine va garantita comunque l’autonomia del medico, anche rispetto alle dichiarazioni anticipate di trattamento sottoscritte dal paziente: perché è bene ricordarlo il medico non è, né potrà mai essere un semplice esecutore e il paziente un semplice consumatore. Se il camice bianco «non vorrà tener conto delle volontà del paziente si può prevedere che motivi la sua decisione per iscritto».