Italia
Ballottaggi: due conquiste a una per il centrosinistra
DI MARCO LAPI
Se la sbornia di Prato non avrà annebbiato loro la vista, i leader del centrodestra toscano non potranno fare a meno di approfondire, nelle prossime settimane, le ragioni di un risultato sostanzialmente negativo nei ballottaggi che hanno interessato gli altri comuni toscani sopra i 15 mila abitanti. Alla fine dei conti, un solo comune conquistato, grazie a una spaccatura nel centrosinistra, due persi (entrambi malamente) e una possibile seconda «conquista» solo sfiorata.
Partiamo dunque dall’unica vittoria azzurra, ottenuta a Pescia, dove Roberta Marchi ha sconfitto nettamente (con il 56,14%) l’uscente Antonio Abenante approfittando della mancata ricucitura del Pd con la coalizione capeggiata da Guja Guidi, che oltre alla sinistra radicale comprendeva la lista civica Pescia Democratica e al primo turno aveva ottenuto ben il 19,47%, contro il pur ottimo 46,80 della Marchi e il modesto 33,72 di Abenante.
Un successo che, se consente al Pdl di consolidare il peso acquisito con le conquiste di alcuni comuni minori della stessa area, deve però fare i conti, pochi chilometri a est, con la débacle patita a Montecatini Terme, che ha messo fine a dieci anni di amministrazione di centrodestra. Sconfitta nettissima (57,54% contro 42,46) e certo inattesa, anche se tra le pieghe dei risultati del primo turno si poteva leggere qualche dato significato, visto che il candidato del centrosinistra Giuseppe Bellandi aveva ottenuto oltre due punti in più rispetto alla coalizione che lo sosteneva (42,24% contro 40,16) e quello di centrodestra Alberto Lapenna tre punti e mezzo in meno (45,95% contro 49,49). Meglio di lui, in termini di successo personale, aveva fatto anche il candidato de La Destra Giuseppe Fiore, con il 7,44% contro il 5,99 andato alla lista. Oltre che nei tre punti e passa di vantaggio, Lapenna poteva quindi sperare negli elettori di Fiore: invece è stato Bellandi, nonostante i quasi 2000 elettori in meno e il modestissimo risultato della sinistra radicale (circa il 2,5% al primo turno) a ottenere ben 800 voti tondi tondi in più. «Forse la mia è stata una candidatura sbagliata»: onesta e inoppugnabile, dunque, l’analisi dello stesso Lapenna dopo la sconfitta. Anche perché alle europee il Pdl aveva ottenuto il 43,57% contro il 28,67 del Pd.
Una distanza di poco inferiore a quella registrata a Massarosa (44,25% a 25,98), dove il centrodestra come il Pd a Pescia ha pagato la spaccatura interna che aveva portato alla candidatura di Claudio Marlia (13,76% al primo turno) in contrapposizione a Lorenzo Ghiara, che pur in vantaggio di due punti e mezzo su Franco Mungai nel voto del 6-7 giugno si è visto sconfiggere da quest’ultimo per 177 voti (50,78% contro il 49,21), certamente anche a causa della forte calo dei votanti (ben 2617 in meno, pari al 13,82%).
Tutto secondo copione negli altri comuni, con il centrodestra che ha rimontato molto a Cecina (dove è stato comunque eletto sindaco Stefano Benedetti con il 52,51%) e Montemurlo, dove Enzo Biscotti (fermatosi al 49,57% contro il 50,42 di Mauro Lorenzini) ha mancato la vittoria per appena 79 voti.
Nessun problema per il centrosinistra negli altri quattro centri: a Follonica, nonostante lo scarso vantaggio iniziale (meno di due punti) ha prevalso Eleonora Baldi con il 52,13%, a Capannori Giorgio Del Ghingaro con il 54,05, mentre Rosignano Marittimo e Borgo San Lorenzo hanno fatto registrare dei mezzi plebisciti rispettivamente per Alessandro Franchi (65,48%) e Giovanni Bettarini (72,59).
«En plein» nelle Province
Tre su tre del centrosinistra nei ballottaggi per la presidenza delle Province di Arezzo, Grosseto e Prato. Nessun problema nei primi due casi, con le vittorie rispettivamente di Roberto Vasai con il 60,64% e Leonardo Marras con il 56,77; successo sul filo di lana invece nel terzo, dove Lamberto Gestri ha superato di circa 1900 voti la candidata del centrodestra Cristina Attucci, giunta al 49,15% pur essendo partita dal 41,56 (contro il 47,71 raggiunto al primo turno da Gestri). La forte diminuzione dei votanti ha penalizzato infatti quasi esclusivamente l’esponente del Pd, che comunque ha evitato la sorte di Carlesi al Comune.