Italia
Crisi economica, dalla Chiesa fiorentina un prestito per chi crea lavoro
di Riccardo Bigi
Un «microcredito» per aiutare quelle persone che, all’interno di famiglie messe in difficoltà dalla crisi economica, vogliono crearsi in proprio una nuova opportunità di lavoro; oppure quei giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro attraverso la strada dell’imprenditorialità.
L’iniziativa era già stata presentata lo scorso 2 aprile, quando l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori aveva proposto a i rappresentanti delle istituzioni cittadine e delle categorie economiche e sociali un «Patto per Firenze». Tra le idee che la Chiesa fiorentina metteva allora sul piatto c’era proprio quella di un fondo di garanzia per concedere prestiti a chi, in questo tempo di crisi, vuole crearsi una nuova opportunità di lavoro. Il progetto, portato avanti in questi mesi dal direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale e lavoro, don Giovanni Momigli, e dal direttore della Caritas Alessandro Martini, ha trovato l’adesione di Fidi Toscana e della Camera di Commercio. Sul fronte bancario, è stata coinvolta la Cassa di Risparmio di Firenze che materialmente erogherà i prestiti, oltre alle banche di credito cooperativo presenti sul territorio diocesano, con le quali l’accordo deve essere ancora formalizzato. Si è arrivati così alla firma dell’accordo, mercoledì scorso, che ha dato ufficialmente il via all’iniziativa.
Iniziativa, ha sottolineato l’arcivescovo Giuseppe Betori, che rappresenta «un segno della sollecitudine pastorale dell’Arcidiocesi di Firenze e della propria vicinanza, condivisione e solidarietà con le famiglie che stanno attraversando forti difficoltà a causa della crisi in atto». Betori ha ricordato anche il «Prestito della speranza» promosso dalla Cei e destinato a particolari tipologie di famiglie (con almeno tre figli, o con disabili da assistere) colpite dalla crisi economica. «Come Diocesi – ha spiegato – abbiamo voluto integrare questa attenzione alle famiglie con una attenzione al lavoro, dando vita a una iniziativa complementare che vuole favorire l’uscita delle famiglie dalla situazione di difficoltà creando nuove opportunità di lavoro e diventando imprenditori per rimettersi dentro il mercato del lavoro. Un segno, piccolissimo, che vuole essere soprattutto un segnale di sveglia per chi può fare più di noi per creare occupazione».
Alla presentazione di questa iniziativa è intervenuto anche il Prefetto di Firenze, Andrea De Martino, che ha sottolineato l’importanza di una iniziativa che cerca di proteggere le famiglie e i lavoratori dai rischi che la crisi economica presenta giornalmente. I segnali in questo senso, ha sottolineato il Prefetto, sono preoccupanti: dalla diminuzione dei finanziamenti che le imprese riescono ad ottenere, all’aumento delle denunce per usura. Per questo, ha detto, «esprimo gratitudine per un’iniziativa che rappresenta un segnale confortante perché interviene sull’aspetto umano e sociale della crisi economica».
Molto forte anche il consenso di Fidi Toscana, l’ente presso cui è deopositato il fondo di garanzia della Diocesi e che a sua volta rilascerà alle banche erogatrici del prestito una garanzia in caso di insolvenza. «Un contributo di grande importanza – ha affermato il direttore generale di Fidi Toscana, Giovanni Riccardi – in un settore, quello dell’economia, che ha bisogno di un forte richiamo ai valori etici. Sono sicuro che avrà successo, e che da questi piccoli finanziamenti potranno nascere importanti opportunità di lavoro». Per la Camera di Commercio è intervenuto Gerri Martinuzzi: «Un’idea a cui abbiamo aderito volentieri. Metteremo a disposizione la nostra rete di consulenti, che aiuterà chi vuol creare una nuova impresa, e offriremo un ulteriore contributo che andrà a coprire gli interessi sul prestito per i primi due anni. In questo modo chi inizia una nuova attività avrà all’inizio un periodo in cui non dovrà pagare niente, e tutte le competenze (amministrative, fiscali, teconologiche…) per avviare il lavoro».
Importante il ruolo delle banche: come soggetti finanziatori sono stati individuati la Cassa di Risparmio di Firenze, che ha collaborato anche nella definizione degli accordi, e le Banche di Credito Cooperativo presenti nel territorio diocesano, per le quali si stanno perfezionando gli ultimi passaggi. Il direttore generale della Cassa di Risparmio di Firenze, Luciano Nebbia, ha sottolineato la bontà dell’iniziativa che, ha detto, «potrà far entrare nuove persone nel mondo dell’imprenditoria». Proprio per il valore sociale del prestito, la banca ha deciso di concedere un tasso di interesse agevolato, con uno «spread» dell’1,90%.
Il Fondo, che ha una dotazione complessiva di 250mila euro, prevede un «moltiplicatore» di valore dieci: i prestiti complessivi quindi potranno arrivare fino a 2 milioni e mezzo di euro.
Ad accogliere le richieste di prestito sarà, in un primo momento, la Caritas diocesana. «Aderendo a questa iniziativa – spiega il direttore Alessandro Martini – la Caritas si è trovata ad intercettare non più solo la marginalità, come avviene di solito nei nostri centri, ma famiglie che appartengono alla cosiddetta normalità e che si trovano ad affrontare difficoltà inaspettate. Per far fronte alle richieste che stanno già arrivando, sia per il Prestito della speranza della Cei che per questa nuova forma di prestito, abbiamo messo in piedi una bella squadra di tecnici ed esperti che mettono a disposizione la loro professionalità, una forma qualificata di volontariato che ci sembra da sottolineare».
«Siamo molto contenti – conclude don Giovanni Momigli – di aver trovato così tante adesioni su questo progetto e di aver messo insieme una rosa così ampia di soggetti intorno a un progetto che guarda al futuro della città. La Chiesa fiorentina ha soltanto dato la scintilla per una iniziativa resa possibile dalla partecipazione di tanti».
In presenza di valutazione positiva della commissione diocesana, la Banca finanziatrice svolgerà l’istruttoria sul finanziamento e, se l’esito sarà positivo, Fidi Toscana rilascerà la relativa garanzia richiesta.
La restituzione del finanziamento, concesso a tassi competitivi, potrà avvenire entro cinque anni, oltre ad un periodo di preammortamento non superiore ai 12 mesi. La somma minima erogabile sarà di 5mila euro, quella massima 15mila euro per impresa costituita da una singola persona, importo aumentabile fino a 45mila euro per imprese composte da più persone.