«Proprio in un’ora come questa, nella quale l’umanità è attraversata da violenze, minacce, paure e ingiustizie, il dialogo è l’unica strategia che possiamo adottare. E la Chiesa non può che farsi parola, messaggio, supplica, colloquio in questa strategia». Lo ha affermato a Rimini il Segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin, intervenendo al Meeting per l’amicizia fra i popoli dove era ospite nella giornata conclusiva di sabato 26 agosto. L’edizione 2017, la 38ª della serie, ha avuto come scopo quello di testimoniare quanto espresso da papa Francesco nel suo messaggio iniziale del 20 agosto: «Non abbiamo spazi da difendere perché l’amore di Cristo non conosce frontiere invalicabili». E chi indica la strada sono i «testimoni affidabili»: non chi offre ricette precotte, ma quelli che aiutano ad «aguzzare la vista per scorgere i tanti segni – più o meno espliciti – del bisogno di Dio come senso ultimo dell’esistenza, così da poter offrire alle persone una risposta viva».«Voglio sottolineare questo ultimo aggettivo usato dal papa – è stato il commento di Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli – perché una risposta che non sia viva, che non indichi passo dopo passo una strada, che non diventi compagnia tra persone anche molto diverse tra loro, oggi non ha più nulla da dire». A commentare l’esperienza della settimana riminese è un giovane universitario fiorentino, Francesco Grazzini, uno dei tanti volontari che mettendosi a disposizione per intere settimane hanno reso possibile lo svolgimento dell’evento.