Italia
Distrutta Haiti, la solidarietà della Toscana
Caritas, team di soccorso in partenza. Una squadra di soccorso con una decina di esperti di Caritas internationalis è in partenza verso Haiti per sostenere gli operatori di Caritas Haiti (con i quali non è stato ancora possibile nessun contatto) ed alcuni operatori di Caritas europee e statunitensi già presenti in loco. Il team di esperti è guidato dal direttore umanitario di Caritas internationalis, Alistair Dutton: Il personale di Caritas Haiti spiega Dutton è in grado di fornire un sostegno ai sopravvissuti del terremoto, come cibo, alloggio e assistenza attraverso la rete delle chiese e delle parrocchie. “Tra le nostre priorità aggiunge ci sarà la stima dei danni e delle nostre capacità in loco per fornire aiuti ai sopravvissuti. La Caritas gestisce oltre 200 ospedali e centri medici ad Haiti. Sa come rispondere alle catastrofi umanitarie a causa dei frequenti uragani. Nonostante le difficoltà nelle comunicazioni Dutton conferma un quadro di disperate necessità. I conflitti, le recenti calamità naturali e la povertà hanno lasciato gli haitiani con infrastrutture deboli. Lavorare in questa situazione sarà difficile”. La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha già destinato 2 milioni di euro per i primi aiuti (leggi notizia)
Un’enorme catastrofe: così Caritas italiana descrive il violentissimo sisma che ha colpito Haiti, lanciando un appello alla solidarietà e mettendo a disposizione 100 mila euro per i bisogni immediati. Alcuni centri Caritas, tra cui la sede del Catholic relief services e un centro per ragazzi di strada, risultano lesionati. Temiamo che le conseguenze del terremoto siano impressionanti, con grandi difficoltà per organizzare i soccorsi. Potrebbero essere state colpite anche realtà che normalmente portano aiuti, racconta al SIR Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale di Caritas italiana, che è stato ad Haiti un anno fa. Potrebbero esserci vittime anche tra i cattolici dice . Se ben ricordo, le abitazioni non erano costruite con accorgimenti antisismici, perché la zona dei Caraibi non era mai stata colpita da terremoti così forti. Haiti è un Paese di una povertà impressionante: i telefoni funzionavano già male, le strade erano già impraticabili. Sarà molto difficile organizzare gli aiuti. Il Paese è diviso in due arcidiocesi, Cap-Haitien e Port-au-Prince, e otto diocesi. Sembra che le diocesi a nord e a sud del Paese non siano state colpite in modo grave e possono accogliere gli sfollati, oltre che fare da base per lo stoccaggio degli aiuti. Anche le strutture Caritas nella confinante Repubblica Dominicana possono essere messe a disposizione. La Caritas di Haiti, nata nel 1975, è impegnata nei settori di base come l’alimentazione, la salute, l’educazione e l’abitazione, lo sviluppo integrale e si è sempre attivata in ogni emergenza. La Caritas italiana da anni sostiene la Chiesa locale. Le offerte possono essere inviate con c/c postale n. 347013 specificando nella causale: Emergenza terremoto Haiti o tramite altri canali (info: www.caritasitaliana.it). E’ possibile rivolgersi anche a tutte le Caritas diocesane. Anche le Misericordie hanno messo a disposizione un conto corrente (leggi notizia)
Ospedali distrutti. Abbiamo urgente bisogno di aiuto. I nostri due ospedali sono stati distrutti dal terremoto: è l’appello da Port-au-Prince di padre Rick Frechette, missionario americano passionista, molto conosciuto negli Stati Uniti per il suo impegno umanitario a fianco dei minori poveri e abbandonati di Haiti. Padre Frechette ha costruito gli ospedali grazie al coinvolgimento della Fondazione Francesca Rava, un’organizzazione non governativa italiana. Padre Rick è conosciuto come il missionario maratoneta per la sua passione per la maratona. Lavora come chirurgo in un ospedale pediatrico di Port-au-Prince. Nella capitale anche le equipe di Medici senza frontiere hanno constatato danni significativi alle proprie strutture mediche, dove pazienti e operatori sanitari sono rimasti feriti e dove stanno giungendo i feriti. Altri operatori umanitari sono già in viaggio per rafforzare lo staff presente sul posto.