Italia

Servizio civile, in 10 anni 270 mila volontari. Ma ora scarseggiano i fondi

(ASCA) – Il servizio civile nazionale compie 10 anni. Tanto è passato da quando il 6 marzo del 2001 il Parlamento approvò la legge 64 che ha istituito il servizio volontario aperto anche alle donne, a disposizione dei giovani dai 18 ai 26 anni, per effettuare un percorso di formazione sociale attraverso un’esperienza umana di solidarietà. Un’esperienza che, dal 2001, ha coinvolto 270 mila giovani, ma che per il futuro dovrà superare un grande ostacolo: quello della scarsità dei fondi. Per fare il punto su quanto è stato fatto e sulle prospettive future, oggi, nella sala degli Arazzi della Rai, a Roma, hanno “festeggiato il decennale” il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Servizio civile Carlo Giovanardi, il capo dell’Ufficio nazionale per il Servizio Civile, Leonzio Borea, i suoi predecessori Massimo Palombi e Diego Cipriani (il primo direttore, dal 1998 al 2002, fu Guido Bertolaso), e Carlo Romeo, per il Segretariato Sociale Rai. I dieci anni del Servizio civile sono stati ricordati con vari eventi: dalla Settimana della donazione del sangue da parte dei volontari, alla partecipazione alla Conferenza dell’Anno Europeo del volontariato che si è tenuta a Venezia dal 31 marzo al 1 aprile. E ancora: il 10 aprile la Lega Calcio ha concesso l’ingresso in campo, nelle partite di serie A, di striscioni con la scritta del servizio civile. Inoltre, uno spot verrà mandato in onda tra luglio e agosto alla vigilia del nuovo bando di settembre. LA LEGGE E I NUMERI. Per capire le evoluzioni fatte dal servizio civile in questi anni bisogna partire dalla legge del 2001 che ha agito in due tempi: una prima fase nella quale hanno convissuto due servizi civili, uno “obbligatorio” per gli obiettori di coscienza e uno per i “volontari”; e una seconda fase destinata solo ai volontari. La prima fase è iniziata a dicembre del 2001 con l’impiego di 180 donne e 1 uomo volontari e, in un crescendo inaspettato, nel 2002 i volontari hanno raggiunto quota 7.865, nel 2003 si è arrivati a 22.743 giovani e l’anno dopo a 32.211 fino ad arrivare a quota 45.890 nel 2006. Nel 2004 la legge 226 anticipò al primo gennaio 2005 la sospensione della leva obbligatoria: questa data segnò di fatto l’inizio della seconda fase della legge 64. Il limite di età viene alzato a 28 anni e ai ragazzi è concesso di partecipare volontariamente: si passa dal 6% di adesioni maschili nel 2004 al 25% del 2005. Dal 2001 ad oggi sono stati avviati in Servizio Civile circa 270 mila giovani. PROBLEMA DEI FONDI. A fronte di un servizio che è cresciuto negli anni, i fondi a lui destinati sono via via diminuiti. Secondo quando si legge sul sito del “Tavolo Ecclesiale sul servizio civile” la punta minima è stata toccata nel 2011 con 118,8 milioni (nel 2007 la punta massima con 296,1 milioni) e per il 2012 e il 2013 si prevedono 120,9 milioni per anno. LA PROPOSTA DI PALOMBI. Massimo Palombi, già Direttore dell’Unsc dal 2002 al 2006, ha lanciato una proposta: “La crisi economica internazionale ha colpito anche il servizio civile, la presidenza del consiglio ha raschiato il barile trovando 24 milioni aggiuntivi per i prossimi tre anni, ma riducendo le spesse all’osso il risultato non può essere quello che si vorrebbe. Ventimila giovani l’anno sono pochi e si rischia di dimensionare a realtà «di nicchia» il servizio civile che non se lo merita, allora perché non provare a vedere se non si può trasformare il servizio da 12 a 6 mesi? Resterebbe l’educazione alla cittadinanza attiva”. SERVE NUOVA LEGGE. Giovanardi ha puntato invece sulla legge ferma in Parlamento. Il servizio civile, ha detto, “é cresciuto, ha 10 anni e mi chiedo: cosa farà da grande? Ho delle forti preoccupazioni” per questo il sottosegretario ha rivolto un appello al presidente del Senato Renato Schifani: “Chiedo di fare pressione affinché si discuta la riforma del servizio civile”. “Da più di un anno – spiega Giovanardi – attraverso la Consulta del servizio civile abbiamo messo a punto un ddl di rivisitazione inviato al Senato dove da tredici mesi dorme sonni profondi. Nessun parlamentare, né di maggioranza né di opposizione, ne ha parlato”. D’altronde, aggiunge il sottosegretario, “il servizio civile è come le forze armate, dunque prescinde dalla contingenza del dibattito politico”. Giovanardi si rivolge anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricordando che “l’anno scorso ha riservato delle belle parole al servizio civile”. Siamo davanti a un “bambino di 10 anni cresciuto bene, ma ora dateci una mano tutti”. Al centro della riforma il modo per risolvere i problemi economici attraverso l’utilizzo di fondi dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali, tutti insieme così “da concorrere tutti per migliorare questo servizio, strumento di coesione sociale del paese”.