Italia

Referendum, manca un mese ma nessuno ne parla

L’unica cosa certa, a un mese dai referendum, è che costeranno tra i 300 e i 350 milioni di euro. Perché il governo – forte di una tradizione in questo senso – non ha voluto abbinarli alle amministrative. Quanti saranno lo sapremo solo pochi giorni prima del voto. Quelli indicati sulla Gazzetta Ufficiale del 4 aprile sono quattro: i primi due riguardano la privatizzazione dell’acqua, il terzo le centrali nucleari e il quarto il legittimo impedimento. Contro la privatizzazione dell’acqua si sono mosse molte associazioni, anche cattoliche. Su nucleare e giustizia è stata soprattutto l’Idv di Di Pietro a raccogliere le firme. È da 16 anni che non si raggiunge il quorum del 50%. Questa volta sembrava di nuovo possibile, specie dopo la tragedia di Fukushima. La stragrande maggioranza degli italiani non vuole il ritorno al nucleare. Per questo il governo, prima ha lanciato una moratoria di un anno e poi, ha abrogato diverse delle norme sottoposte a referendum, riservandosi però di tornare sulla questione una volta acquisite «nuove evidenze scientifiche». Il decreto «omnibus» deve essere convertito in legge entro il 30 maggio. Poi dovrà pronunciarsi la Cassazione per dire se il terzo quesito resta e se va modificato. Sull’acqua il voto invece rimane, anche se il governo, annunciando il varo un’apposita «Autorità» pubblica, ha cercato di «depotenziarlo».

C.T.

I quattro quesitiAcqua1: Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. AbrogazioneSi chiede di abrogare un articolo che stabilisce l’affidamento del servizio idrico a Spa a capitale misto pubblico- privato oppure a capitale interamente pubblico. Questo favorirebbe la gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico. Acqua 2: Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di normaSi vuole impedire che il gestore del servizio idrico possa ricaricare sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito. In pratica toglierebbe ai privati l’interesse a gestire il servizio. Nucleare: Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di normeSi chiede di abrogare la possibilità, prevista dal decreto legge del 25 giugno 2008, di costruire centrali nucleari in Italia. La norma è già stata cancellata dal decreto «omnibus 2011», in attesa di conversione definitiva in legge. Legittimo impedimento: Abrogazione della legge 7 aprile 2010, n. 51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale. Si chiede di abrogare la legge, così come è stata modificata dalla Corte Costituzionale nel 2011 (è il giudice a decidere e non basta l’autocertificazione) che permette a premier e ministri sotto processo di rinviare le udienze in caso di impegni istituzionali.