Italia
OPERA LA PIRA, CAMPO INTERNAZIONALE CON AL CENTRO IL TEMA DEL LAVORO
Si è concluso oggi, al «Villaggio La Vela» di Castiglion della Pescaia (Gr) il consueto Campo internazionale (7-18 agosto 2012), organizzato dall’Opera per la gioventù «Giorgio La Pira», in collaborazione con la Fondazione La Pira, il Centro internazionale studenti Giorgio La Pira, la delegazione regionale dell’Azione Cattolica, l’Agesci toscana e la Fondazione «Giovanni Paolo II», oltre a numerose realtà estere, come la Custodia di Terra Santa, il Centro Peres per la pace e l’associazione Yad Be Yad di Tel Aviv, per quanto riguarda i giovani provenienti da Israele e Palestina; la Diocesi ortodossa e la parrocchia cattolica di Santa Caterina a San Pietroburgo, l’Università Mgimo e l’associazione ortodossa «Common Cause» di Mosca per i russi. In tutto 150 giovani, di cui alcuni provenienti anche dall’Africa (Madagascar, R.D. Congo, Benin, Camerun e Senegal) e dalla Romania, che per 11 giorni hanno condiviso tutto «in un’atmosfera di amicizia e di dialogo multiculturale», come loro stessi sottolineano nel documento conclusivo approvato oggi, al termine dei lavori. La riflessione, coordinata dal prof. Riccardo Moro, si è incentrata su «Pensare al futuro: le nuove sfide del lavoro». Il lavoro inteso non solamente come «una categoria economica», ma come «dimensione complessa e fondamentale della vita umana», legata alla «personale vocazione di ognuno», in un «autentico ed irripetibile cammino di autorealizzazione».
«Nel corso delle nostre discussioni scrivono i giovani -, ci siamo resi conto che alcuni problemi sono comuni a tutti i nostri paesi: disoccupazione giovanile, corruzione, mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori, diseguaglianza nelle opportunità, inadeguatezza delle regolamentazioni, un aumento crescente del gap sociale e geografico, discriminazione sessuale e delle minoranze. Un fraintendimento della politica, insieme a decisioni contraddittorie ed non ragionevoli, hanno peggiorato questa situazione creando nuove barriere tra i governi ed i rispettivi popoli». Per questo chiedono «alla politica di essere pienamente consapevole della missione affidatale», che è quella di «facilitare per tutti la possibilità di trovare una realizzazione personale nel proprio lavoro» all’interno di «un sistema economico capace di affrontare positivamente le nuove sfide di un equilibrio globale dinamico ed in continua evoluzione».
I giovani sottolineano «che il primo e più importante elemento dal quale è possibile partire per cambiare la mentalità corrente è l’educazione», lamentando «che il presente sistema d’istruzione, in particolare quello universitario, non è sempre adeguato alla formazione del capitale umano di una persona, così come a preparare lo studente ad entrare nel mondo del lavoro». Concretamente ritengono che uno strumento comune che è possibile «usare per agire sulla sensibilità del mercato è il consumo, inteso come scelta responsabile da parte del consumatore che dovrebbe premiare le imprese che promuovono una politica di lavoro più umana e sostenibile. Un altra importante dimensione è la solidarietà, sia a livello personale che pubblico, intesa non solo come una risposta emotiva ma anche come una consapevole linea d’azione».
Del mercato del lavoro in una dimensione mondiale i giovani avevano discusso all’inizio del Campo, l’8 agosto, con l’ex-premier Romano Prodi, sottoponendolo per oltre tre ore ad un fuoco di fila di domande, e con l’economista Nino Galloni. Il ruolo delle tre grandi religioni abramitiche anche in ordine al lavoro è stato approfondito con l’aiuto del rabbino di Firenze, Joseph Levi, dell’iman Izzedin Elzir e del domenicano p. Alessandro Cortesi. Apprezzamento e gratitudine all’Opera La Pira per questa esperienza ormai consolidata nel tempo è stato espresso dal card. Giuseppe Betori, che ieri sera ha celebrato al Campo l’Eucarestia.