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SANTA SEDE: MONS. BALESTRERO SU RAPPORTO MONEYVAL, «COMPIUTO UN PASSO DEFINITIVO»

 «Non la fine, bensì una pietra miliare nel nostro costante impegno di coniugare l’impegno morale con l’eccellenza tecnica». Così mons. Ettore Balestrero, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, ha definito il Rapporto Moneyval di valutazione sulle misure di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo adottate dalla Santa Sede, pubblicato oggi da Moneyval e presentato ai giornalisti presso la sala stampa vaticana. «Abbiamo compiuto un passo definitivo – ha dichiarato mons. Balestrero – ponendo le fondamenta di una ‘casa’, ossia di un sistema di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, che sia solido e sostenibile. Ora vogliamo costruire compiutamente un edificio che dimostri la volontà della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano di essere un ‘partner’ affidabile nella comunità internazionale». «La Santa Sede – ha detto il sottosegretario vaticano – è convinta che il proprio impegno sul piano morale debba essere accompagnato dalla conformità e dall’effettiva attuazione degli standard internazionali per la lotta del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. La conformità e l’attuazione effettiva degli standard internazionali sono del resto ciò che rende concreto l’impegno morale».

Al termine del 2010, ha ricordato mons. Balestrero ripercorrendo i 19 mesi di «intenso lavoro e apprendimento» da parte vaticana, è stata adottata la legge n. 126 in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo, entrata in vigore il 1° aprile del 2011; a giugno dello stesso anno è diventata operativa l’Autorità di informazione finanziaria (Aif); sempre nel febbraio 2011 è stata richiesta a Moneyval la valutazione delle misure adottate dalla Santa Sede, e nel novembre 2011 ha avuto luogo la prima visita dei valutatori di Moneyval. Il 25 gennaio del 2012 la Santa Sede ha modificato la legge n. 126, alla luce soprattutto della «necessità di un’equilibrata distribuzione delle rispettive competenze, al fine di stabilire un sistema interno solido e sostenibile». «Al pari delle altre giurisdizioni – ha detto mons. Balestrero – siamo ben consapevoli che la normativa interna in materia di prevenzione e contrasto al riciclaggio e finanziamento del terrorismo possa ancora essere migliorata».

Tra i sette punti di particolare importanza su cui il Rapporto Moneyval dice che bisogna fare progressi consistenti, mons. Balestrero – rispondendo alle domande dei giornalisti – ha citato il «risk assessment», cioè la valutazione dei fattori di rischio: «Siamo grati ai valutatori – ha detto – di aver sottolineato questo aspetto, di cui eravamo già consapevoli. Ora dobbiamo fare un esame dettagliato di tutti quelli che sono i fattori di rischio, tenendo presente che non partiamo da zero», ha aggiunto mons. Balestrero citando il caso dello Ior, che «di fatto già procede sulla base di un approccio di lavoro avviato, che va rivisitato per arrivare alla conformità degli standard». «La nostra, come altre giurisdizioni – ha specificato mons. Balestrero – guarda con attenzione al denaro contante: lo Stato della Città del Vaticano riceve molte donazioni, e molte di esse sono ‘cash’». Di qui la necessità di «un esame più approfondito di questo fattore, per evitare qualsiasi rischio che comporti l’utilizzo di denaro contante. In conformità agli standard della Comunità europea, non si possono offrire ‘cash’ superiori a 10 mila euro: qualsiasi operazione sospetta deve essere riferita all’Aif».

A proposito dell’Aif, mons. Balestrero ha ricordato il suo doppio ruolo di autorità per lo scambio d’informazioni e di autorità di vigilanza: «In quanto ente di vigilanza – ha affermato – l’Aif ha necessità di essere rafforzato, tenuto conto che la Santa Sede è una realtà specifica, non un centro finanziario. Come riconosciuto dal Rapporto stesso, il rischio è molto basso, ma nessuno può pensare di non averne». In questa prospettiva, «sarà decisivo e importante il Regolamento sulle ispezioni». Quanto ai rapporti con l’Italia, mons. Balestrero ha risposto: «Non spetta alla Santa Sede valutare le decisioni prese dalla delegazione italiana durante l’Assemblea di Strasburgo. Da parte della Santa Sede non c’è stata e nemmeno c’è la volontà d’interferire politicamente in quello che è un processo tecnico». La vicenda dell’ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, «non ha avuto nessuna influenza» sul processo in atto: «Abbiamo un sistema molto trasparente per la revisione delle leggi, seguito nella legge del 2010 come in quella del 2012. In quest’ultima, si è voluto fare in modo che ogni istituzione potesse ricevere le competenze che le spettano: se c’è più corresponsabilità, il sistema può funzionare meglio». Con la pubblicazione del Rapporto, la Santa Sede è entrata nel terzo «round» di valutazione Moneyval: ha un anno di tempo per presentare il «progress report». (Sir)