Italia

POVERTÀ: COLPISCE L’11% DELLE FAMIGLIE ITALIANE, MANCANZA DI LAVORO E FIGLI

L’11,1% delle famiglie italiane è «relativamente» povera, per un totale di 8 milioni 173 mila persone. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è fissata convenzionalmente a 1.011 euro di spesa mensile per consumi. All’interno di questa quota sono 3 milioni 415 mila le persone povere in termini assoluti, quelli cioè che non riescono a sostenere una spesa mensile minima necessaria per acquisire i beni e servizi essenziali a uno standard di vita minimamente accettabile. Sono questi i dati principali che emergono dall’indagine Istat «La povertà in Italia nel 2011» diffusa oggi. La mancanza di lavoro o la bassa qualificazione professionale contribuiscono a determinare situazioni di povertà assoluta: aumenta infatti dal 4,7% del 2010 al 5,4% del 2011 la povertà nelle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro. Per il capofamiglia con basso profilo professionale, ad esempio operaio, si passa dal 6,4 al 7,5%. Le famiglie più numerose, con tre o più figli, basso livello d’istruzione e basso profilo professionale ed esclusione dal mercato del lavoro sono quelle che sperimentano maggiormente una situazione di povertà, si tratta di famiglie che vivono nel Mezzogiorno d’Italia dove la media è decisamente più alta.

Le situazioni più gravi sono quelle della Sicilia e della Calabria , dove oltre una famiglia su quattro tra quelle residenti sperimenta situazioni di povertà relativa (rispettivamente il 27,3% e il 26,2%); le percentuali continuano a salire (50,6%) se i figli minori sono tre o più di tre. A rischio povertà anche le famiglie con due o più anziani (14,3%), anche se il fenomeno è più evidente nel Nord. Sono a rischio anche le famiglie monogenitore (7,8%); mentre sono più al sicuro i single e le coppie senza figli, che registrano rispettivamente un’incidenza di povertà dell’1,2% e del 2%.Fondamentale anche il livello d’istruzione del capofamiglia per determinare l’incidenza di povertà della famiglia: si attesta al 18% quando il capofamiglia è senza titolo di studio o con licenza elementare, quasi quattro volte superiore a quella per le famiglie con a capo una persona che abbia almeno la licenza superiore (5%). La situazione è grave anche per le famiglie con capofamiglia che ha difficoltà a trovare un’occupazione (27,8% delle famiglie) e vivono al Sud (50,7%) o per le famiglie senza occupati, per le quali l’incidenza si attesta al 38,2%. In quest’ultimo caso rientrano principalmente le coppie con figli adulti e le famiglie con membri aggregati, dove la pensione rappresenta l’unica fonte di reddito familiare. (Sir)