«Costruire insieme un nuovo patto per la crescita che, nell’aumentare la produttività dell’intero sistema socio-economico, miri a realizzare insieme maggiore efficienza e maggiore equità». Si ritrovano su questo assunto, e su 9 proposte conseguenti, i rappresentanti pistoiesi di 6 associazioni (Acli, Cisl, Confartigianato, Confcooperative, Mcl, Coldiretti) che stamani hanno presentato, in Seminario diocesano, un loro documento («Una nuova politica: più etica per il bene comune») ricalcando anche in sede locale il cammino iniziato lo scorso anno, nel livello nazionale, fra quelle stesse associazioni riunite a Todi nell’ottobre 2011 nel «forum fra persone e associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro». Il documento è stato illustrato da Patrizia Pellegatti (Cisl) con i successivi interventi di Elena Pampana (Acli), Riccardo Andreini (Coldiretti), Simone Balli (Confartigianato), Fabrizia Fagnoni (Confcooperative); Luca Tognozzi (Mcl). Affidate al prof. Leonardo Bianchi (Università di Firenze) e a Guglielmo Borri (Forum nazionale) la relazione di base e la conclusione. Presenti, in aula magna del Seminario, sindaco e vicesindaco di Pistoia, la presidente della Provincia Federica Fratoni, la consigliera regionale Stefania Fuscagni, nonché numerosi candidati sindaco e candidati consiglieri comunali di Pistoia. Presente anche il vicario del vescovo di Pistoia, Mansueto Bianchi, don Paolo Palazzi.È necessario concordano le associazioni «un vero cambiamento dell’agire politico»: per questo vengono analizzati i contesti locali nella più generale crisi economica, il rapporto tra welfare e famiglia, le questioni della partecipazione. Si affrontano, inoltre, le questioni della società civile a fronte del mercato globale nonché quelle della finanza speculativa a fronte del lavoro e delle persone per arrivare ad alcune riflessioni finali circa il bene comune con un’ultima sezione dedicata proprio alle «proposte».Evidenziate le difficoltà del contesto economico italiano attuale («governato dall’economia e dalle speculazioni finanziarie dove molti hanno affidato a pochi la guida del Paese abdicando a svolgere il proprio ruolo»), per il Forum pistoiese «è necessario che ognuno torni ad assumersi le responsabilità proprie». È dunque giusto «chiedere e sostenere una politica capace di rafforzare valori popolari condivisi e di mobilitare grandi energie collettive».Occorre una politica con alcune caratteristiche: sobria nell’esercizio del potere, capace di promettere solo ciò che realisticamente è in grado di realizzare, aperta alla partecipazione democratica dei cittadini, in grado di sostenere la cooperazione tra persone, famiglie, imprese, organismi sociali, istituzioni pubbliche. Una politica, inoltre, che rispetti il pluralismo, valorizzi le capacità dei singoli, dia libertà ai valori condivisi, rimetta al centro della sua attenzione la persona e la famiglia, non sia governata da logiche mercantili, sia basata sulla giustizia sociale e sulla ricerca del bene comune.Per i componenti del Forum, che non nascondono «diversi ruoli e diverse responsabilità», 9 le azioni («una sfida controcorrente») su cui lavorare anche localmente: intervenire sul modello fiscale in vigore, promuovere una forte cooperazione pubblico/privato, sostenere l’impresa come risorsa fondamentale per la comunità, favorire la partecipazione democratica, rimuovere gli ostacoli che oggi frenano giovani e donne, mettere al centro la famiglia, migliorare il sistema dell’istruzione, costruire un welfare moderno e sussidiario, promuovere un effettivo pluralismo con soggetti pubblici, privati e del terzo settore.