(Fonte: ASCA) – Non ci sono ancora conferme alla notizia diffusa da Al Jazeera secondo cui Rossella Urru, 29 anni, la cooperante italiana rapita il 22 ottobre nel sud dell’Algeria sarebbe stata liberata venerdì sera a Bamako, la capitale del Mali. Le nostre autorità diplomatiche, così come la famiglia, non confermano la liberazione e oggi, una fonte, che ha voluto rimanere anonima e che è vicina al gruppo che ha rivendicato il rapimento, avrebbe detto che c’è una richiesta di trenta milioni di euro per lasciar liberi i tre ostaggi. Coordinatrice nei campi dei Rifugiati Saharawi dei progetti della Ong Cisp (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli), era stata rapita nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 2011 insieme ad altri due cooperanti Ainhoa Fernandez de Rincon ed Enric Gonyalons, spagnoli. Quattro mesi con il fiato sospeso per la sua famiglia, a Samugheo, in provincia di Oristano. Quattro mesi che hanno visto una forte mobilitazione su internet, con l’appello di Fiorello, ma non solo. Geppi Gucciari, in occasione dell’ultimo festival di Sanremo, aveva rivolto un appello dal palco e la foto della ragazza con accanto la scritta Per Rossella Urru libera, è stata esposta anche in piazza del Campidoglio. Dopo una settimana dal rapimento, avvenuto, a Rabuni, campo sahrawi nei pressi di Tindouf (a sud-ovest dell’Algeria, vicino al confine con Marocco e Mali), le prime notizie: Rossella, in mano ad Al-Qaeda nel Maghreb islamico, è ancora viva. Otto persone vengono arrestate in Algeria nelle province di Tamanrasset e Bechar per presunti legami con il gruppo terroristico coinvolto nel suo rapimento. Il 10 dicembre un gruppo dissidente dell’Aqmi (Al qaeda nel Maghreb islamico) rivendica il sequestro in un messaggio audio e scritto a Bamako. Dopo due giorni un video testimonia che la cooperante italiana e i suoi due colleghi spagnoli sono ancora vivi e stanno bene. Sul video, che mostra senza possibilità di smentita i volti degli ostaggi, compare il nome dell’organizzazione terroristica responsabile del sequestro, il Movimento Unito per la Jihad nell’Africa Occidentale. Infine, il 15 dicembre alcune persone, implicate nel rapimento vengono arrestate dai servizi di sicurezza del Polisario. Agivano per conto di un’organizzazione criminale finora sconosciuta, spiega il presidente del Parlamento sahrawi.