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FUNERALI SCALFARO, MONS. PAGLIA: HA AMATO QUESTO NOSTRO PAESE

“Lo rivedo tra i banchi partecipare con gioia alle celebrazioni assieme a tutta la gente con uno stile di fraterna semplicità che toccava il cuore dei partecipanti. Oggi non è, come sempre prima, tra i banchi; sta davanti a noi tutti o, meglio, davanti al Signore”. È il saluto di mons. Vincenzo Paglia ad Oscar Luigi Scalfaro, il presidente emerito della Repubblica scomparso il 29 gennaio a 93 anni, e del quale oggi il vescovo di Terni-Narni-Amelia e assistente ecclesiastico della Comunità di S.Egidio, ha presieduto i funerali, celebrati in forma privata nella basilica di S. Maria in Trastevere. “Ha sempre manifestato la sua fede, senza tuttavia ostentarla”, ha proseguito mons. Paglia: “Per lui la fede era fonte di ispirazione per la vita, era un sostegno per conservare l’integrità nei comportamenti, era la forza per l’impegno civile e politico. Per questo non ha mai voluto abbandonare il distintivo della Azione Cattolica nella quale era entrato militante fin da giovane. L’impegno nella vita pubblica, anche in quella politica, non significò mai mettere da parte la professione della sua fede cristiana. Semmai, era proprio dalla fede che traeva il disinteressato impegno in favore del bene comune del paese, dell’intera società, dell’Europa”.“A me ha fatto impressione ieri mattina, mentre sono andato al suo capezzale, vedere sul comodino accanto al suo letto la corona del rosario, la Bibbia, le fonti francescane e la Costituzione. Qui c’è tutto Scalfaro, quest’uomo che a 27 anni ha preso parte alla vita politica scrivendo anche la Costituzione, fino agli ultimi suoi giorni legato, potremmo dire, a Dio e al Paese”. E’ il ricordo di Oscar Luigi Scalfaro, rilasciato a Radio Vaticana da mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia e assistente ecclesiastico della Comunità di S. Egidio, che questo pomeriggio, nella Basilica di S. Maria in Trastevere, presiederà i funerali del presidente emerito della Repubblica, morto ieri a Roma a 93 anni. Mons. Paglia ricorda che in politica “il suo leit motiv è stato mostrare una fede senza se e senza ma, schietta, chiara, che nello stesso tempo non impediva di difendere lo Stato con una determinazione senza precedenti. In questo senso è stato profondamente religioso e profondamente laico perché la sua fede si incardinava nella libertà, nella difesa dell’uomo”. “Un grande servitore del paese e non di se stesso”, un “testimone prezioso di credente e di grande italiano”: così mons. Paglia definisce Scalfaro, cui lo legava un’amicizia nata negli ultimi decenni, in cui il presidente aveva preso l’abitudine di venire alla messa domenicale nella Basilica di S. Maria in Trastevere. (Sir)