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MANOVRA: MONTI ILLUSTRA CORREZIONI, ECCO LE NOVITA’ INTRODOTTE

(ASCA) – Mario Monti ottiene in nottata il via libera dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera alla manovra economica. Di conseguenza, il dibattito nell’Aula di Montecitorio inizierà questa mattina alle 10. Il governo chiederà il voto di fiducia come deciso nella riunione del Consiglio dei ministri di ieri. Si prevede che dopo il voto della Camera la manovra possa passare al Senato il 21 dicembre per essere approvata definitivamente entro il 23. Dopo le 22, quando erano stati definiti gli emendamenti del governo, il premier inizia la sua audizione presso le commissioni della Camera. “Siamo in grado di accogliere suggerimenti per rafforzare l’equità del provvedimento per salvare l’Italia”, avverte in apertura sottolineando “la natura strutturale di molti interventi e l’equilibrio dell’azione intrapresa con numerosi e durevoli elementi di equità”. Non manca il riconoscimento del valore positivo del confronto parlamentare: “Le vostre critiche e il dialogo con voi ci hanno indotto a migliorare il tutto”. Monti difende la strategia che si attua con i nuovi provvedimenti economici: “La manovra porta un aumento della pressione fiscale ma l’alternativa sarebbe stata un avvitamento nella crisi del debito sovrano che porterebbe non alla recessione ma alla distruzione del patrimonio e all’evaporazione del reddito degli italiani”. Il presidente del Consiglio spiega poi perché tra gli emendamenti del governo non c’é la patrimoniale chiesta in particolare dai sindacati: “Non è stato possibile tassare la ricchezza familiare a partire dai grandi patrimoni. Ho chiesto ai tecnici se fosse possibile farlo subito e mi hanno risposto che non sarebbe stato possibile prima di due anni. Intervenendo subito avremmo abbaiato e non morso”. Quegli stessi tecnici avrebbero segnalato il rischio di una fuga dei capitali all’estero nel caso del varo immediato di una tassa patrimoniale. Monti replica anche alla critica di una non sufficiente equità presente nella manovra: “Dire ‘pagano sempre i solitì è rifarsi a luoghi comuni. Abbiamo identificato nuova materia: a pagare saranno nuovi noti, in modo tale che potremo tassare meno le imprese e il lavoro come si conviene a un’economia che vuole crescere”. Dopo questa premessa, il premier passa a illustrare le modifiche alla versione iniziale della manovra: “Il blocco delle indennità per le pensioni non riguarderà la maggior parte dei pensionati e sarà compensato dalla tassazione sullo scudo. Ci sarà una tassa del 4 per mille sui capitali scudati e sarà il prezzo per proseguire l’anonimato”. La rivalutazione automatica delle pensioni è perciò riconosciuta “per l’anno 2012 esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo” (circa 1400 euro). Lo prevede l’emendamento del governo nel quale si precisa che, per il 2013, si torna al blocco della rivalutazione per le pensioni oltre due volte il minimo. Per quanto riguarda le cosiddette “pensioni d’oro”, l’emendamento dell’esecutivo prevede un contributo del 15% per la parte eccedente i 200 mila euro. Monti spiega inoltre che “la tassa sul patrimonio immobiliare esiste in tutti i paesi d’Europa: segnalo che l’Imu elaborata da un prezioso lavoro di questo Parlamento ha caratteristiche di maggiore equità rispetto alla vecchia Ici. Un patrimonio immobiliare di imprese e famiglie valutato, sulla base delle rendite catastali non rivalutate, in 1330 miliardi di euro produce una tassazione di oltre 10 miliardi, di cui solo 2,4 sulla prima casa, con una sensibile riduzione rispetto ai vecchi 3,2 miliardi della vecchia Ici”. L’emendamento presentato dal governo su questo punto prevede che la detrazione per la nuova Imu sulla prima casa salga da 200 euro fino a un massimo di 400. L’aumento della detrazione è di 50 euro nel caso di figli di età non superiore a 26 anni, purché residenti nell’unità immobiliare che risulta essere l’abitazione principale. Monti precisa che il governo non intende promuovere “un fisco repressivo”. Gli emendamenti del governo prevedono pure lo slittamento dal 2012 al 2013 di alcune norme sulle liberalizzazioni, tranne quella sulle farmacie (la liberalizzazione non riguarderà la categoria dei taxisti). Un’altra novità è l’imposta da 34 euro dal primo gennaio 2012 sugli estratti conto inviati dalle banche ai clienti, se il cliente è persona fisica, e di 100 euro se il cliente è soggetto diverso da persona fisica. Si prevede anche un’imposta dell’1 per mille nel 2012 e dell’1,5% a decorrere dal 2013 per le comunicazioni alla clientela relative ai prodotti e agli strumenti finanziari, esclusi i fondi pensione e i fondi sanitari. Per quanto riguarda il taglio ai costi della politica, slitta al 31 dicembre 2012 il termine entro cui dovranno essere ridefinite le funzioni delle Province. Si stabilisce tuttavia che entro il 31 marzo 2013 dovranno decadere giunte e consigli in carica. Il governo prevede una disciplina transitoria per gli enti in scadenza anticipata ed esclude dalla normativa le province autonome. I consiglieri delle Circoscrizioni municipali e quelli delle Comunità montane attualmente in carica manterranno il loro gettone sino a fine mandato. Il decreto del governo stabilisce infatti la gratuità delle cariche negli enti territoriali non previsti dalla Costituzione. Tale norma entrerà in vigore con il rinnovo delle cariche. Del taglio delle indennità di deputati e senatori si occuperà invece il Parlamento. Un emendamento presentato dal governo fa un passo indietro rispetto all’ipotesi che il provvedimento potesse essere contenuto nella stessa manovra. Si riconosce perciò che il problema non è di competenza dell’esecutivo. Dopo l’audizione di Monti e la presentazione degli emendamenti da parte dell’esecutivo, restano immutate le posizioni dei partiti. Lega e Idv confermano il proprio voto contrario. Pdl, Pd e Terzo polo – pur con qualche distinguo – voteranno la fiducia al governo.