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PROCREAZIONE: LINEE GUIDA LEGGE 40, SALTA LIMITE MASSIMO 3 EMBRIONI
(ASCA) – Eliminato l’obbligo di avere “un unico e contemporaneo impianto di embrioni, comunque non superiori a tre” per chi accede alla fecondazione assistita così come stabilito dalla sentenza 151/2009 della Corte Costituzionale. è quanto si prevede nelle nuove linee guida sulla legge 40, inviate dal ministero della Salute al Consiglio Superiore di Sanità per un parere obbligatorio. La Consulta ha inoltre stabilito l’illegitimità costituzionale dell’articolo 14 comma 3 della legge nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. Tali disposizioni della Corte Costituzionale, si legge nelle linee guida, “rendono più discrezionale l’attività degli operatori, che di volta in volta stabiliranno quale sia il numero di embrioni da formare, strettamente necessario a fini procreativi, e in che modo si possono realizzare le migliori condizioni che non pregiudicano la salute della donna”. Nelle linee guida viene affrontato anche il tema degli embrioni “abbandonati” che si prevedeva fossero trasferiti nella biobanca di Milano. Un obbligo che ora salta. Attualmente si contano 3.862 embrioni “in stato di abbandono” per una rinuncia scritta delle coppie e 6.279 embrioni provenienti da coppie che non è stato possibile ricontattare. I centri di Pma, si legge nel documento, “non hanno grande interesse a disfarsi degli embrioni crioconservati, pure se in stato di abbandono” e, d’altra parte, “il trasporto è estremamente complesso e costoso”. L’obiettivo dunque è quello di “lasciare tutti gli embrioni crioconservati prima della legge 40 nei centri in cui sono custoditi, così come è già stabilito per gli altri embrioni”. Il documento recepisce la sentenza della Consulta, mentre non si fa cenno alle sentenze dei tribunali di Bologna, Salerno e Firenze che, negli anni scorsi, permisero alle coppie fertili portatrici di patologie genetiche di accedere alla fecondazione assistita per effettuare diagnosi preimpianto sull’embrione. Nelle linee guida infatti non viene modificato e, dunque viene lasciato tale, il passaggio della legge che vieta il ricorso alla fecondazione assistita per i portatori di malattie genetiche.