Sostenere la continuità dell’esperienza del Museo dell’Emigrazione italiana di Roma inaugurato dal presidente della Repubblica il 23 ottobre 2009, che insieme ad altri ma più di altri per la sua collocazione, mette al centro della Capitale, di Roma e in un suo luogo simbolico, il Vittoriano, una delle esperienze più originali, diffuse e popolari della storia italiana, l’emigrazione richiamando uno dei drammi attuali: l’esodo di 200 milioni di persone nel mondo, che alla ricerca di una situazione di vita migliore per se e per la propria famiglia oggi hanno lasciato la propria casa, il proprio Paese. Lo ha detto questa mattina mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione di una proposta di legge per salvare il Museo che in assenza di provvedimenti legislativi volti a garantire il funzionamento, spiegano i promotori, rischia la chiusura e lo smantellamento. Per mons. Perego, è indubbio che la nostra storia contemporanea dell’Italia è segnata, sul piano popolare e sociale, da una grande avventura’ che è quella dell’emigrazione. Un’altra Italia ha detto l’Italia figlia’, ha attraversato i mari e gli oceani, le alpi e ha raggiunto 190 Paesi del mondo. Circa 30 milioni di italiani hanno lasciato la patria e sono partiti, generando un popolo di 60 milioni di persone. Per il direttore della Migrantes, si tratta di una storia giovanile anche minorile, di uomini e donne, di lavoratori e studenti, di persone e famiglie : È una storia di sofferenze e di successi, di morte e di vita. È una storia che il Museo dell’emigrazione nella Capitale, a Roma, ha ricostruito e rappresentato, aiutando a leggere la storia italiana dalla parte dei poveri, dei disoccupati, degli emigrati di ieri e di oggi, delle migrazioni che continuano. Perdere questo luogo di memoria’ significa perdere ha spiegato mons. Perego – un luogo del racconto della storia italiana, un luogo educativo per gli studenti, i giovani, un luogo di verità’ della nostra storia, un luogo di discernimento anche della nuova stagione immigratoria, un luogo politico, per pensare la città dell’uomo’ sui fatti. Salvare il Museo dell’emigrazione ha concluso – è salvare un tassello importante nel ricco e variegato percorso mussale italiano, non privandolo di un luogo simbolico della storia economica, sociale, culturale, religiosa e politica italiana. Alla conferenza è intervenuto, tra gli altri, anche p. Lorenzo Prencipe, coordinatore del comitato scientifico del Museo e alcuni parlamentari eletti all’estero. (Sir)