Un incontro per individuare alcuni punti di tangenza tra la sensibilità di un organismo ecclesiale, qual è Caritas italiana, e le tendenze della politica italiana, così come si sono venute configurando nel tempo sui temi delle politiche sociali, dell’azione volontaria e dell’impegno per lo sviluppo e la pace: così mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana, ha introdotto oggi a Roma il seminario intitolato Memoria e futuro. Le prospettive sociali del Paese. La carità interpella la politica, in occasione del 40° anniversario della fondazione di Caritas italiana. Nella Sala delle Colonne della Camera dei Deputati la Caritas ha riunito intorno a sé alcuni ex-parlamentari per instaurare un confronto aperto, senza diaframmi, nel quale le posizioni, l’esperienza e le proposte di Caritas italiana non solo interrogano la politica e le sue scelte, ma soprattutto se ne lasciano interrogare. Aprendo l’incontro, Gerardo Bianco, presidente dell’Associazione ex parlamentari, ha osservato che la politica oggi, dopo l’abbandono delle ideologie, è diventata pura prassi, puro potere. Noi siamo convinti che oggi c’è bisogno invece di affermare il principio di sussidiarietà. C’è sempre spazio per la carità per creare una società più giusta. Sul ruolo dei cattolici in politica Bianco ha ribadito la necessità di una forza politica cattolica organizzata, anche se piccola. Tra gli ex-parlamentari che hanno espresso una valutazione sul lavoro svolto dalla Caritas in questi 40 anni, Paolo Ciofi ha evidenziato quanto essa sia senza dubbio un punto di riferimento del quale non si può fare a meno, nel mettere a fuoco il tema della povertà e dell’esclusione sociale, emerso drammaticamente nell’epoca della globalizzazione capitalistica e della sua crisi. Anche perché, ha precisato, di fronte alla debolezza dei pubblici poteri e alla insensibilità, ha svolto un ruolo di coscienza critica e spesso anche di supplenza operativa. Personalmente ha affermato Ciofi sono convinto che le diverse ispirazioni politiche e sensibilità ecclesiali, che abbiano a cuore il destino dell’uomo, la sua dignità e la sua liberazione dall’oppressione della povertà, possono trovare e innovare motivi di confronto, e anche d’impegno pratico rispettoso delle diverse funzioni, per aprire al nostro Paese prospettive concrete di avanzamento sociale e civile. Anche secondo Maurizio Eufemi la Caritas ha costruito e sviluppato un modello di riferimento e di intervento per lo sviluppo integrale dell’uomo guardando agli ultimi’. A suo avviso oggi è tempo di nuove più forti convergenze per affrontare un futuro con nuove forme di solidarietà, perché stanno repentinamente mutando le prospettive sociali del Paese e richiedono risposte adeguate e non colpevoli ritardi. Per Giancarla Codrignani se la crisi mondiale ci impoverirà, potrà non essere del tutto un male: forse più poveri, saremo meno egoisti, meno sfiduciati, più attenti alle sorti di un mondo globalizzato finanziariamente e culturalmente. Comunque i cambiamenti avranno esiti certamente antropologici a cui tutti in particolare i soggetti istituzionali e i responsabili delle politiche debbono prestare attenzione per prevenire esiti negativi, soprattutto per le giovani generazioni. In queste condizioni di prospettive oscure e di esigenza di recupero immediato ha auspicato Codrignani è necessario affrontare ipotesi di pratiche che, anche attraverso un ben inteso senso della sussidiarietà, diano la possibilità di una ricostruzione non solo materiale del Paese. Il vicepresidente dell’Associazione ex parlamentari Domenico Rosati ha concluso l’incontro ricordando che l’esperienza con i poveri è utile per la politica: quello che fa la Caritas in termini di dati, di vissuto di situazioni, è più autentico delle statistiche ufficiali. In questo senso la politica può avvalersene per umanizzarsi. (Sir)