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IMMIGRAZIONE: UN GLOSSARIO EUROPEO PER UN CORRETTO USO DEL LINGUAGGIO

Oltre 300 termini, da “accoglienza” a “vittimizzazione”, tradotti nelle lingue di tutti gli Stati membri europei e spiegate dettagliatamente nei significati. Ma senza parole scorrette come “clandestino” o “extracomunitario”. E’ il Glossario multilingue “Migrazione e asilo” realizzato dall’European Migration Network (EMN), che in Italia fa capo al Ministero dell’interno. La versione italiana del volume, di 200 pagine, è stato curato dai redattori del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes. Il Glossario, destinato a tutti gli operatori che hanno a che fare con l’immigrazione, è stato presentato questa mattina a Roma nella sede della rappresentanza italiana della Commissione europea, e altri incontri si svolgeranno presso diversi atenei capitolini. Un lavoro faticoso durato cinque anni, con riunioni di esperti di tutti gli Stati membri non ancora concluse, visto che nei prossimi anni, con l’ingresso di nuovi Paesi (es. Croazia), verranno realizzate nuove versioni. “Non è stato facile intendersi sui significati, diversi a seconda dei contesti nazionali – ha spiegato Antonio Ricci, del Dossier Caritas/Migrantes -. Ma la riflessione ci consente di procedere verso una casa comune europea basata su un corretto uso del linguaggio”. Le definizioni, ha precisato, “sono tratte da documenti ufficiali della Commissione europea o da altre fonti, con note, sinonimi e spiegazioni dettagliate”. “Il glossario – ha aggiunto Ricci – potrà essere uno strumento utile anche per i giornalisti, che già si sono dati un codice, la Carta di Roma, per parlare correttamente di immigrazione sui media”. Al posto dell’abusato “extracomunitario”, ad esempio, nel glossario si precisa che la dicitura corretta è “non comunitario”. La parola “clandestino”, che ha una accezione negativa, non viene proprio presa in considerazione: il termine corretto è “migrante irregolare” o “residente/soggiornante non autorizzato”. Anche mons. Antonio Vegliò, nel suo intervento, ha ricordato che “l’utilizzo di termini come ‘irregolari, illegali, clandestini, respingimenti, espulsioni’ e simili può dare un’idea sbagliata della posta in gioco” perché fa percepire le migrazioni “come una minaccia che viene a turbare la normale vita dei Paesi e della comunità internazionale”. Il prefetto Angelo Malandrino, ha elogiato lo strumento del Glossario perché permette una “comunanza sul lessico tra Stati membri e Commissione europea”. Si è quindi augurato che le politiche migratorie di ingresso, attualmente decise dai singoli Stati membri, “vengano superate per arrivare ad una politica europea comune, in modo da sottrarre questi temi, troppo spesso agitati in vista delle elezioni, all’emotività dell’opinione pubblica, senza tener conto della complessità dei problemi”.Sir