(Strasburgo) – La costruzione di centrali nucleari in un paese ai confini dell’Ue presenta notevoli rischi non solo per gli Stati dell’Unione, ma anche per tutto il continente; quindi Ue e Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) dovrebbero esercitare pressioni su Bielorussia e Russia affinché si adeguino alle norme internazionali e collaborino con gli esperti internazionali durante tutte le fasi della preparazione, della costruzione e del funzionamento di una centrale nucleare. A tre mesi dal disastro di Fukushima, in Giappone, e a 25 anni da quello di Chernobyl, l’Unione europea ha avviato gli stress test per le centrali atomiche presenti nei 27 Stati membri, che sono in totale 143. Si tratta in realtà di test volontari, per cui ogni paese decide se effettuarli o meno e non sono nemmeno state decise misure obbligatorie nel caso risultasse che un impianto non è sicuro. Per questa ragione al Parlamento europeo, riunito in plenaria, si discute del problema e molte voci di deputati insistono per la obbligatorietà dei test. Inoltre è stata presentata una dichiarazione scritta, sottoposta alla firma dei deputati, che riguarda le centrali in costruzione ai confini dell’Ue e in particolare in Bielorussia e Russia. Gli eurodeputati Leonidas Donskis, Zigmantas Balcytis, Radvilė Morkunaitė-Mikulėnienė, Justas Vincas Paleckis, affermano in tale dichiarazione che la Bielorussia prevede di costruire una centrale nucleare nella provincia di Hrodna, a 23 chilometri dal confine dell’Unione europea, e che la Russia ha proposto di costruire un impianto simile a Kaliningrad. In caso di avarie importanti si legge ancora nel testo – si renderebbe necessario evacuare cittadini dell’Unione, ivi compresi quelli della capitale lituana Vilnius, e che il raggio della ricaduta radioattiva comprenderebbe anche altre città dell’Ue come Varsavia e Riga. I deputati sottolineano che né Russia né Bielorussia hanno effettuato nel proprio paese una valutazione d’impatto ambientale delle centrali nucleari che progettano di costruire. Da qui la richiesta di un intervento politico su questi paesi, che peraltro la Commissione ha già avviato, contattando, su mandato del Consiglio europeo di marzo, i governi di Russia, Svizzera, Ucraina e Armenia. Nella seduta odierna dell’Europarlamento la Commissione ha riferito proprio degli stress test sulle centrali nucleari e sulla sicurezza nucleare nei paesi limitrofi all’Unione europea. Cresce inoltre a livello comunitario l’attenzione per il referendum convocato in Italia per il 12 e 13 giugno sull’energia nucleare.Sir