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EUROPA: CARD. KASPER, «È STATO IL CRISTIANESIMO A UNIFICARE L’EUROPA»

“L’Europa deve ringraziare il Vangelo, se divenne Europa. Solo il cristianesimo ha riunito popoli e tribù, molto differenti tra loro, stanziati nel territorio dell’attuale Europa, in una sola fede, creando uno spazio culturale vasto ma in sé fortemente poliedrico”. Lo ha ribadito il card. Walter Kasper intervenendo ai “Colloqui sublacensi”, svoltisi il 1 aprile nel protocenobio di Santa Scolastica, a Subiaco, per iniziativa della locale abbazia territoriale. Nella sua relazione “Il dialogo ecumenico tra cristiani elemento fondamentale per la costruzione dell’Europa”, il presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha ricordato che “furono le vie di pellegrinaggio, i grandi ordini monastici e le università a unire l’Europa. È stato il cristianesimo ad unificare l’Europa. Chi contesta queste radici cristiane – ha affermato – dovrebbe fare un viaggio da Gibilterra fino in Estonia, passando per Spagna, Francia, Germania, Polonia e dall’antica Costantinopoli a Mosca, passando per Kiev. Ovunque troverà delle cattedrali, la croce, immagini della Madonna e raffigurazioni di santi, che sono comuni ai popoli europei fino ad oggi. Tali incontestabili testimonianze e testimoni smentiscono ogni menzogna che affermi il contrario. L’Europa ha radici cristiane; senza il cristianesimo, l’Europa non sarebbe diventata Europa”. Di questa cultura europea, ha proseguito il card. Kasper fanno parte “il riconoscimento della dignità di ogni essere umano, l’idea di solidarietà tra gli esseri umani, di uguaglianza e di fraternità”. Fa parte di questa cultura anche “la monogamia, che ha fondato la cultura della famiglia come cellula della società, una cellula che oggi ovviamente è in una crisi, che diventa naturalmente la crisi della nostra società e della nostra cultura europea”. Sono questi per il cardinale “”i valori principali per i quali l’Europa deve ringraziare il cristianesimo; valori che sono continuati a sussistere oltre le divisioni posteriori della cristianità. La riscoperta di queste radici comuni dell’Europa, pertanto, deve e può avvenire, oggi, insieme, ecumenicamente”. Il movimento ecumenico degli ultimi decenni, ha riconosciuto Kasper, “non ci ha già regalato comunione completa fra le chiese divise, ma abbiamo raggiunto una certa unità della cristianità, non ci comprendiamo più come nemici ma, malgrado tutte le differenze, come fratelli e sorelle che hanno ricevuto una eredità comune e hanno iniziato una certa cooperazione sul livello sociale, culturale e politico. Soprattutto le chiese orientali, il Patriarcato ecumenico come anche il Patriarcato di Mosca, sono decisi cooperare con noi in favore della riscoperta e della salvaguardia dei valori comuni europei”.Sir